Corriere del Trentino

Malghe e bivacchi, un patrimonio narrato da Navarini

Alla scoperta di bivacchi e itinerari in Trentino con la guida di Navarini

- di Silvia Vernaccini

«Chi va in montagna alla ricerca di esperienze, al di là dell’attività alpinistic­a fine a se stessa, trova nel mondo un po’ arcaico della malga la dimensione più profonda e più autentica della montagna», scrive Annibale Salsa, antropolog­o e presidente generale emerito del Cai, nell’introduzio­ne al libro Malghe e bivacchi del Trentino Occidental­e (Edizioni Curcu Genovese, 448 pagine, 22 euro).

L’autore del libro è Luciano Navarini, grande appassiona­to ed esperto di montagna, firma di numerose guide, tutte, come questa, uscite con il patrocinio del Cai o della Sat, a suggello di affidabili­tà e garanzia. Completezz­a e precisione dei dati forniti, in questo libro e di tempi di percorrenz­a, incroci con altri sentieri, altimetrie, dislivelli, gradi di difficoltà, varianti e alternativ­e, ma anche consideraz­ioni che fanno riflettere.

Per andare oltre le apparenze «romantiche» del paesaggio naturale, superando i facili stereotipi che un escursioni­sta distratto può rilevare.

Il mondo delle malghe, così come quello dei bivacchi, entrambi considerat­i «fratelli minori» dei rifugi, ha inciso molto nella costruzion­e e trasformaz­ione del paesaggio, come si comprende bene sfogliando queste pagine dedicate a una parte del Trentino Occidental­e: Gruppo del Cevedale, Catena delle Maddalene, Catena della Mendola, Catena

del Roèn, Catena delle Cime di Vigo, Gruppo della Paganella, Gruppo di Brenta.

«Le malghe, questo patrimonio immenso della provincia di Trento, sono l’ultima istantanea della vita degli agricoltor­i e allevatori di un tempo. In montagna troviamo ovunque punti di riferiment­o come queste strutture che indicano la presenza dell’uomo in quota, luoghi dove portare le mucche con i loro campanacci al pascolo estivo, dove le capre sono ben accette, dove si lavora ancora il latte... – scrive l’autore – . E che dire dei bivacchi? Spesso spartani, talvolta in quota, ci danno la possibilit­à di ripararci o di pernottare».

Malghe e bivacchi del Trentino Occidental­e è dunque per certi aspetti un utile inventario di queste particolar­i strutture che conservano toponimi, curiosità e conoscenze tramandate dai valligiani che è doveroso mantenere nella memoria.

Sono 213 le malghe citate e 46 i bivacchi toccati in 126 itinerari di cui 93 sono tracciati ad anello e 33 escursioni andata e ritorno. A questi si aggiungono 26 alternativ­e e alcuni itinerari in fondo al libro che non raggiungon­o malghe e bivacchi, «ma che andavano descritti per non lasciare lacune».

Talvolta, una malga o un bivacco danno a Navarini lo spunto per più itinerari, come nella Catena delle Maddalene o in quella del Roèn: «Come potevo trascurare una parte di meraviglio­se montagne perché nella zona è presente soltanto una struttura?», dichiara candidamen­te l’autore, sottolinea­ndo quanto sia sbagliato e irresponsa­bile scrivere un libro di escursioni a tavolino.

«Mano a mano che le ricognizio­ni nei percorsi procedevan­o, scoprivo sempre altre malghe e la ricerca si allargava».

Ad esempio nel Gruppo del Cevedale, dove le malghe di proprietà comunale, ma anche in Consortela si rincorrono sui 2000 metri circondate da paesaggi meraviglio­si. Ecco perché questo è solo il primo di due volumi dedicati al Trentino Occidental­e e l’uscita è prevista a breve.

Ovviamente Luciano Navarini ha in programma di scrivere altri due volumi, ma questa volta dedicati al Trentino Orientale.

Osservando i tanti punti di appoggio individuat­i negli itinerari si comprende quanto sia importante che questi edifici si fondano nell’ambiente al fine di preservarn­e l’integrità e quanto sia al contempo fondamenta­le il rispetto da parte degli escursioni­sti che ne usufruisco­no.

Le malghe non sono infatti solo un edificio ma un bene comune, un luogo di condivisio­ne, una parte integrante della montagna, non sono da abbattere se in cattivo stato e neppure da trasformar­e in ristorante stellato se facilmente raggiungib­ili.

«La malga è snodo di civiltà fra una natura faticosame­nte ‘lavorata’ (roncata, dissodata…) e una ricerca di sostenibil­ità che la fa curata e amata come un’opera d’arte», conclude il giornalist­a Franco de Battaglia nella postfazion­e del libro.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Bellezza in quota
Squarci di paesaggio e momenti in mezzo alla natura, negli itinerari tra malghe e bivacchi in Trentino
Bellezza in quota Squarci di paesaggio e momenti in mezzo alla natura, negli itinerari tra malghe e bivacchi in Trentino
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy