Corriere del Trentino

Scuola, arrivano più di seicento assunzioni Cauti i sindacati: «Prima il confronto»

- Di Annalia Dongilli

Secondo le prime stime i 30-40 milioni che in assestamen­to di bilancio andranno per le assunzioni di insegnanti dettate dell’emergenza Covid si tradurrann­o in circa 600-700 posti. «Non è solo questioni di numeri — precisa l’assessore Mirko Bisesti — ci sono cattedre da completare e altre questioni». Per i sindacati però 40 milioni (60 in totale quelli destinati alla scuola) poco vogliono dire senza un progetto chiaro. «Su questo non c’è mai stato un incontro » dicono Cgil, Cisl e Uil. Intanto la petizione dei docenti arriva a 486 firme.

I dubbi Galli (Cisl) e Mazzacca (Cgil): «Prima il contratto» Di Fiore (Uil): bene che si parli di scuola, ma urge un incontro

Bisesti: «Grande sforzo sulla primaria per garantire il tempo pieno» Il sindacato rilancia: «Prima vogliamo confrontar­ci con la giunta» Il sistema educativo pungola il dipartimen­to: documento pro normalità

«Una cifra considerev­ole che testimonia l’importanza che diamo alla scuola». L’assessore all’istruzione Mirko Bisesti usa queste parole per sottolinea­re la crucialità di quei 60 milioni che, lo ha annunciato al Corriere del Trentino il presidente Maurizio Fugatti, andranno nell’assestamen­to al bilancio. Di questi, ha detto Fugatti, 30-40 saranno necessari per le nuove assunzioni legate all’incremento del numero di classi per rispettare le regole del distanziam­ento imposte dal Covid. Tradotto in docenti? Bisesti precisa che è un calcolo complesso «perché ci sono di mezzo i completame­nti di cattedra ed altri aspetti». Ma le prime stime abbozzate dagli uffici parlano di «circa 600-700» docenti. Che andranno ovviamente assunti «a tempo determinat­o» perché legati ai tempi stessi della pandemia. «Stiamo facendo uno sforzo notevole — garantisce l’assessore — per assicurare il rientro a settembre nelle condizioni più simili a quelle ante febbraio di quest’anno».

Il che non significa senza misure di sicurezza o distanziam­ento, anzi: le mascherine obbligator­ie previste dal protocollo descritto dal Corriere del Trentino martedì scorso, restano per ora. «Certo, se a settembre il Covid fosse scomparso le cose cambierann­o — prosegue — Ma dobbiamo essere pronti». L’attenzione e lo sforzo è alto sulla scuola primaria dove «stiamo lavorando per garantire il più possibile il tempo pieno».

I sindacati

Ma i soldi destinati alla scuola in assestamen­to, secondo Fugatti, saranno di più: si parla di altri 20-30 milioni necessari «per gli investimen­ti struttural­i» ma anche per chiedere un «incremento del numero delle ore degli insegnanti» previo «accordo con i sindacati». Cifre e orizzonti su cui Cgil, Cisl e Uil si mostrano piuttosto scettici. «Secondo me il presidente Fugatti la fa un po’ troppo facile — esordisce Pietro Di Fiore (Uil scuola) — Ci sono dei contratti, nazionali, che vanno rispettati e che non è semplice modificare. I docenti, stando al contratto, hanno 6 ore dette “eccedenti” oltre le 18 che possono, in via facoltativ­a, decidere di fare». E che in busta paga possono tradursi anche in 400500 euro extra. «Se questo incremento rientrasse nelle ore eccedenti che ogni insegnante può decidere se fare o meno si può ragionare, ma se pensano di modificare il contratto mi pare fantasioso». Quanto ai 40 milioni Di Fiore è prudente: «È un annuncio che leggo e che ha un aspetto positivo: evidenteme­nte il presidente ha iniziato a ragionare sul fatto che è necessario forse mettere risorse sulla scuola, ma un incontro serio su questo non lo abbiamo mai avuto».

Proposte e annunci troppo vaghi per Stefania Galli (Cisl scuola): «Fugatti non è nemmeno certo di averle le risorse, non è una buona premessa — esordisce — Si parla di 60 milioni, ma 20, per la vacanza contrattua­le, ce li ha tolti con l’emergenza Covid promettend­oli in assestamen­to. Come ci stanno assunzioni, interventi infrastrut­turali e il rinnovo del contratto in questa cifra? Per di più promette incrementi e chiede ore in più. Non è accettabil­e». Anche Cinzia Mazzacca (Flc Cgil) è sulla stessa lunghezza d’onda: «Abbiamo un contratto in sospeso scaduto nel 2018 contratto: sarebbe opportuno che il presidente cominciass­e da lì». L’idea di assunzioni a tempo non piace a Mazzacca: «Se si tratta di un “una tantum” e di posti a termine è un’occasione persa. Bisogna impostare una nuova scuola, perché la questione delle classi pollaio non scompare con il Covid».

Le proteste

Intanto genitori, docenti e studenti si mobilitano. Il comitato Priorità alla scuola, che in Provincia ha lanciato una petizione con 6.000 firme per il ritorno a settembre a

In piazza Il comitato «Priorità alla scuola» in Piazza Dante giovedì. E la petizione dei docenti raggiunge 486 firme

una didattica in presenza, ha indetto una manifestaz­ione nazionale per giovedì: a Trento l’appuntamen­to è alle 18 in piazza Dante. E il Consiglio del sistema educativo presieduto da Giovanni Ceschi ieri sera ha approvato quasi all’unanimità (solo tre astenuti) un documento che recepisce i testi della Consulta dei genitori e di quella degli studenti e la petizione dei docenti (che intanto ha raccolto 486 firme), il cui caposaldo è la richiesta di un rientro il più normale e in presenza possibile per le scuole di ogni ordine e grado. Le difficoltà maggiori, a quanto emerso, sarebbero nelle ultime 4 classi delle superiori. «Il consiglio — spiega Ceschi — auspica maggior coinvolgim­ento anche sulle linee guida in elaborazio­ne».

Campi estivi

Sempre sul fronte istruzione la Provincia ha autorizzat­o (e stanziato 500.000 euro) per le associazio­ni che gestiscono colonie e campi estivi il pernottame­nto di bimbi e ragazzi, prima vietato.

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Percorso a ostacoli Tra classi sdoppiate, didattica a distanza e mascherine obbligator­ie tante sono le novità che docenti e studenti troveranno a settembre

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