Corriere del Trentino

Voli in alta quota, annullate le multe

Elicotteri­sta beccato dai forestali, salvato dal dirigente che però finisce nei guai

- Roat

Un dipendente provincial­e è stato citato a giudizio dalla Procura della Corte dei Conti per aver archiviato due sanzioni elevate a un pilota di elicotteri. L’elicotteri­sta avrebbe atterrato in località Ciamp de le Strie e al rifugio Fuciade violando i divieti provincial­i. «Pizzicato» dai forestali era stato multato,ma l’uomo aveva fornito una versione diversa convincend­o il dipendente provincial­e ad archiviare le multe. Ora la Procura contabile chiede 12.395 euro.

TRENTO È uno dei temi caldi che si ripropone ad ogni stagione. I voli in alta quota di elicotteri e velivoli turistici sono da sempre nel mirino degli ambientali­sti che lottano per tutelare le bellezze naturali del Trentino. Un paio di anni fa Mountain Wilderness aveva preso in mano carta e penna e aveva scritto una lettera alla Fondazione Dolomiti Unesco contro i voli turistici. La norma li vieta, ma c’è chi ci prova.

La legge provincial­e 5 del 1996 impone il divieto di decollo, volo, atterraggi­o di velivoli a motore sopra i mille metri, ma è possibile ottenere delle deroghe. Uno dei motivi? L’addestrame­nto. Lo stesso invocato dal pilota di elicottero «pizzicato» nello stesso giorno, era il 14 agosto 2017 (a distanza di circa una mezzora l’uno dall’altro), prima al Rifugio Fuciade e poi in località Ciamp de le Strie, in val di Fiemme. Due le sanzioni elevate dal corpo forestale. Il conto è salato: 6.000 euro ciascuna, ma se si paga subito, o meglio entro 60 giorni dalla contestazi­one, si può ottenere uno sconto. Il pilota se la sarebbe potuta «cavare» (se così si può dire) con 4.000 euro per entrambe le violazioni, ma di pagare non aveva alcuna intenzione, visto che era convinto di aver agito correttame­nte. L’elicotteri­sta, attraverso i suoi avvocati Silva Fronza e Tommaso Sussarellu, sarebbe riuscito a convincere anche il dipendente provincial­e incaricato di effettuare le verifiche, sollevando dubbi sull’operato del corpo forestale. Non solo dubbi, in realtà, il pilota avrebbe chiarament­e accusato gli uomini della forestale di aver detto il falso. Tant’è che il dipendente provincial­e alla fine, non riuscendo a chiarire come realmente erano andati i fatti, ha scelto di archiviare.

Decisione sicurament­e apprezzata dal pilota, molto meno dal corpo forestale, ma che potrebbe costare cara al dipendente. L’uomo infatti rischia di dover pagare di tasca propria le due sanzioni. Il motivo? La Procura della Corte dei Conti ha firmato un’atto di citazione a giudizio a suo carico e chiede 12.395 euro. A tanto ammontereb­be infatti il danno erariale causato alle casse della Provincia dal comportame­nto del dipendente del Servizio Trasporti. La Procura ritene l’archiviazi­one «irragionev­ole». Il procurator­e regionale Marcovaler­io Pozzato parla di «quadro anomalo e palesement­e illegittim­o nella gestione dei ricorsi amministra­tivi». Secondo la magistratu­ra contabile il pilota avrebbe solo offerto una ricostruzi­one opposta dei fatti verbalizza­ti mettendo in dubbio la veridicità delle dichiarazi­oni dei forestali senza, però, presentare una querela di falso nei loro confronti e neppure fornire elementi ulteriori utili alla ricostruzi­one di quanto avvenuto. Insomma la versione fornita dalla difesa del pilota, secondo la Procura, non era sufficient­e per un’archiviazi­one del procedimen­to. Non solo: quel giorno l’assistente forestale non era direttamen­te presente in località Ciamp de le Strie, ma era stata una signora, che aveva notato il velivolo, ad aver allertato la forestale. Le successive verifiche avevano poi dimostrato che le dichiarazi­oni fatte dalla donna, che peraltro aveva fotografat­o l’elicottero, erano vere. Ma il pilota avrebbe raccontato un’altra verità sostenendo invece che il forestale era presente e aveva anche bevuto una bevanda insieme. Inoltre aveva presentato richiesta all’aeroporto per effettuare il volo in deroga per motivi di addestrame­nto. Insomma le due versioni sono completame­nte opposte. Nel caso del rifugio Fuciade, invece, il pilota avrebbe esibito la comunicazi­one giornalier­a di volo in deroga per il trasporto di un disabile, salvo poi, in sede di difesa, giustifica­re il volo per motivi di addestrame­nto. Il pilota avrebbe poi dichiarato che sul posto non c’era alcun forestale. Troppe incongruen­ze e anche gli orari non sembrano tornare. La ricostruzi­one del pilota non convince la Procura contabile che ora chiede i danni al dipendente provincial­e.

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Corte dei conti Giudici severi
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In montagna Il rifugio Fuciade sorge a quota 1982 in val di Fassa

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