Per la quinta volta un iter d’urgenza: minoranze contrarie ma Kaswalder dà l’ok
TRENTO È accaduto con la legge per contenere i danni provocati dalla tempesta Vaia, con la norma sugli appalti, con i due disegni di legge per ridurre gli impatti economici prodotti da Covid-19. E ora, per la quinta volta, accadrà con il disegno di legge che disciplina le chiusure domenicali degli esercizi commerciali. La giunta ha chiesto (e ottenuto) la procedura d’urgenza, un iter celere che porterà in Aula già la settimana prossima il disegno di legge. Malgrado la contrarietà, nel metodo non nel merito, dei capigruppo di minoranza che all’unisono hanno chiesto tempi regolari. Ma in punta di regolamento il presidente del consiglio, Walter Kaswalder, ha concesso l’urgenza.
«Questo accade quando non ci sono idee chiare e si rincorrono sondaggi più che programmi — riflette laconico Ugo Rossi, capogruppo del Patt — Presentare una legge con questi tempi, e con dubbia costituzionalità, è l’ennesima dimostrazione che si agisce in volata». Anche per il
Partito democratico lo sprint è censurabile: «Il Pd ha espresso parere negativo alla procedura d’urgenza, un voto non di principio ma che si motiva nella convinzione che una norma di tale delicatezza richieda un ampio coinvolgimento di tutti i portatori di interesse. A partire dai territori e dagli amministratori locali, per proseguire con le associazioni di categoria, le realtà economiche e con le lavoratrici e i lavoratori coinvolti».
«Un’occasione persa — rimarca Paolo Ghezzi (Futura)
— e che dimostra ancora una volta lo sbilanciamento dell’esecutivo». Per il consigliere, viceversa, senza fretta si poteva ripensare un modello. «Nella sostanza posso anche essere d’accordo, ma è necessario avviare un confronto con le parti sociali e capire insieme verso quale direzione vogliamo andare». Persino per i Verdi del Trentino l’idea in sé, al di là del metodo scelto per approdarci, è condivisibile: «Contrariamente a quanto si afferma da parte di chi si oppone a questa saggia decisione — scrive in una nota il Sole che ride — l’apertura domenicale non garantisce né più occupazione né più consumi, che restano esattamente gli stessi ma spalmati su sette giorni anziché su sei».
Richieste I capigruppo di Pd, Patt, Futura, M5S, Onda hanno chiesto iter ordinario