Baracetti lancia la campagna «Nei manifesti senza simboli» Il candidato: «Ci metto io la faccia». Cia dice no a Fugatti: «Unità? Non ci sono le condizioni»
TRENTO Il volto di Alessandro Baracetti campeggia in formato gigante sui muri della città: il candidato sindaco del centrodestra «è lui», come ha sancito il governatore Maurizio Fugatti intervistato domenica dal Corriere del Trentino, e la campagna comunicativa è una conferma. Sul manifesto la scritta «centro destra autonomista per il cambiamento», il nome del candidato e l’aggiunta «sindaco». Nessuno slogan, e nemmeno i simboli dei partiti: «Una scelta ragionata — spiega Baracetti — perché sono io in prima persona a rivolgermi alla città». I dubbi e i ripensamenti sul nome del candidato sembra siano ormai dissipati, o comunque zittiti: «Nessun rancore» — commenta Claudio Cia di Agire, che per i dubbi e i ripensamenti è stato «cacciato dalla coalizione» – non saremo mai in contrasto con la coalizione che sosteniamo a livello provinciale, ma sul capoluogo è un’altra partita».
«Avremmo voluto andasse diversamente — continua il leader di Agire — ma in politica succede di non essere d’accordo. Noi abbiamo detto come la pensavamo, e non da soli. Ho apprezzato le parole del senatore di Fratelli d’Italia Andrea de Bertoldi e quelle della presidente
Baracetti Il partito in senso classico non è più qualcosa di attuale. Ognuno faccia il suo
L’assessore Non siamo stati capiti. Siamo uniti ovunque ma non a Trento: ci hanno cacciato
Giorgia Meloni su questo giornale quando chiedevano uno sforzo in più nel segno dell’unità, ma evidentemente non c’erano le condizioni. Noi — sottolinea Cia — siamo stati cacciati a Trento, ma nessuno può negare che in ogni altra occasione siamo stati gli alfieri dell’unità del centrodestra. Non siamo stati capiti, peccato». Nei prossimi giorni la decisione di convergere sul candidato centrista Marcello Carli: «Decideranno gli organismi del movimento, non decido io. Ma in ogni caso sperimenteremo percorsi nuovi, dove magari sarà più facile la condivisione». Il consigliere precisa che la divisione dal resto della coalizione di centrodestra è soltanto sul piano delle elezioni comunali a Trento: «Massima lealtà sul piano provinciale e regionale», dove Cia ricopre anche la carica di assessore agli Enti locali.
Anche Fratelli d’Italia era in fermento sul nome del candidato sindaco, e non è detto che qualche mugugno torni a farsi sentire nonostante il «silenziatore» imposto dal nuovo commissario imposto da Roma Adolfo Urso, ma della dialettica interna ai partiti e alla coalizione Alessandro Baracetti sembra non interessarsi, anzi: «Ho scelto di uscire con una comunicazione che prevedesse la mia faccia e il mio nome, senza i simboli dei partiti. Il partito inteso in senso classico — afferma il candidato — non è più qualcosa di attuale. Non mi interessano le appartenenze, e nemmeno le ideologie: i partiti facciano la loro parte, ognuno per la loro sensibilità, ma la faccia ce la metto io».
La campagna di Baracetti sarà «cross-mediale»: «Non solo manifesti ma anche molto social, oltre agli altri classici canali di comunicazione. Ma soprattutto sarà il contatto diretto con le persone a caratterizzare la mia campagna elettorale». E nemmeno qui saranno i partiti a organizzare eventi e iniziative: «Certo — assicura — parteciperò ai vari incontri, soprattutto ai gazebo sulle vie e nelle piazze, lì dove posso incontrare le persone. Ma le persone le incontrerò soprattutto a piccoli gruppi, senza necessità di chissà quali occasioni dove solitamente il candidato parla e gli elettori ascoltano. Io — spiega Baracetti convinto — voglio ribaltare questa prospettiva, essere io quello che ascolta i bisogni delle persone e del territorio».