Il grande mistero di Ötzi diventa film su RaiPlay
Il set in Alto Adige Pellicola fantasy con un cast internazionale: il protagonista è Michael Smiley, miglior attore ai British Independent Film Awards. «Abbiamo girato al gelo»
Esordisce giovedì in esclusiva su RaiPlay Ötzi e il mistero del tempo, il film dedicato alla mummia del Similaun, interamente girato in Alto Adige, tra Bolzano e il Renon. Una pellicola fantasy diretta da Gabriele Pignotta, presentata da One More Picures e Rai Cinema e realizzata con il sostegno di Idm Film Fund & Commissione dell’Alto Adige.
La trama si sviluppa attorno alla straordinaria storia di amicizia che nasce tra tre adolescenti e l’uomo dei ghiacci, magicamente risvegliatosi dopo un lungo sonno iniziato nell’età del rame.
Straordinario il cast internazionale: da Michael Smiley, comico irlandese premiato come miglior attore non protagonista ai British Independent Film Awards del 2011 che veste i panni di Ötzi, ad Alessandra Mastronardi, la Eva di I Cesaroni protagonista femminile di To Rome with Love di Woody Allen, fino a Vinicio Marchioni, «il Freddo» della serie cult Romanzo Criminale con alle spalle due candidature ai Nastri d’Argento per “The Place e Il Contagio.
Tutti elementi che contribuiscono a creare attesa per un film che figura tra i vincitori dell’edizione del Giffoni
Film Festival, dove è stato premiato da una giuria di oltre mille ragazzi.
«L’ambizione è accompagnare i bambini in un viaggio fantastico che parte da un ritrovamento archeologico e si trasforma in una bellissima avventura umana che arriva dritta al cuore - spiega il regista Gabriele Pignotta -. Il film guarda al cinema per famiglie degli anni Ottanta, quello senza cellulari né social, che proponeva luoghi fiabeschi, puri, dominati dalla fantasia».
L’attore irlandese Michael Smiley insieme ai giovani protagonisti del film Luoghi che la troupe e il cast hanno scoperto all’ombra delle Dolomiti altoatesine.
Un territorio aspro con panorami mozzafiato e un’atmosfera magica che hanno
generato «un flusso di emozioni continuo», fa sapere il regista. «C’era la tensione di doverlo finire in tempi stretti - racconta -. Un sentimento amplificato da condizioni climatiche spesso avverse: quando giri in montagna non sai mai come va a finire. Questo è un film di avventura, ma l’avventura vera è stata realizzarlo. Ho visto attori e tecnici trasformarsi in eroi sul set, come quando abbiamo affrontato il gelo mentre giravamo la scena del duello finale. Ci sono sequenze in cui Alessandra Mastronardi sembra truccata, invece era davvero congelata. Difficoltà di fronte alle quali ciascuno ha fatto la sua parte. I tre ragazzini hanno adottato un esempio professionale non fatto di presunzione, ma di gente che si dava da fare. E anche loro hanno fatto il loro lavoro egregiamente senza mai lamentarsi del freddo o della fame».
«La sceneggiatura mi ha colpito immediatamente - rivela l’attore Vinicio Marchioni -. Mi affascinava l’idea di fare un film che avrei potuto guardare con i miei figli. La fotografia è straordinaria e pensare di mettermi a servizio di un progetto che è il primo fantasy italiano era una sfida che non potevo non raccogliere. È stata un’esperienza meravigliosa e mi ha fatto riflettere su quanto poco si comprenda, guardando i film sui supereroi della Marvel, della professionalità richiesta ai maghi degli effetti speciali e ad attori straordinari. Sul set di Ötzi ho provato qualcosa di vagamente simile a un’esperienza hollywoodiana».