CdA senza soluzioni, il rinvio per evitare rotture. Finocchiaro messo in minoranza
Agsm, rimandate a venerdì le scelte sulle aggregazioni
TRENTO Sarebbero stati tre no e due sì. Ma per evitare una rottura totale e definitiva si rinvia a venerdì, dopodomani. Finisce così, clamorosamente, l’atteso CdA di Agsm, chiamato a decidere le future aggregazioni della multiutility veronese e della vicentina Aim.
Il presidente dell’Azienda, Daniele Finocchiaro, è stato messo in minoranza dai consiglieri della Lega, del movimento civico Verona Domani e del Pd. Finocchiaro aveva infatti chiesto il mandato di proseguire la trattativa con le tre big del settore (Hera, Iren e la cordata Alperia-Dolomiti) che hanno presentato proposte alternative a quella di A2A, sul tavolo da mesi. La proposta non è piaciuta né alla rappresentante della Lega, Francesca Vanzo, né a quello di Verona Domani, il vicepresidente Mirco Cordioli, né alla rappresentante delle opposizioni, Stefania Sartori del Pd.
A quel punto, per evitare di dover mettere una pietra tombale sulla trattativa, Finocchiaro ha rinviato la discussione, chiedendo di approfondire le conseguenze sul piano legale di un blocco dell’iter. Anche per venerdì, comunque, la Lega conferma il suo sì alla fusione Agsm-Aim ma con un diniego totale a vincolare quell’aggregazione alla ricerca del terzo partner industriale. La seduta si era aperta in un’atmosfera molto diversa, improntata alla mediazione e all’ottimismo. Le offerte alternative a quella di A2A erano arrivate dai colossi del settore (Hera, Iren e l’abbinata Dolomiti-Alperia) ed erano state giudicate degne di ulteriori approfondimenti da parte dell’advisor Roland Berger e dell’avvocato Gregorio Gitti, consulente dell’Azienda. Era stato perciò proposto un confronto tra le nuove proposte e quella di A2A, facendo slittare il termine del 30 giugno, anche a costo di rifare tutti i conti e le valutazioni, per tenere conto dei dati del primo semestre di quest’anno, quello su cui pesa l’effetto coronavirus. Dopo le lunghe relazioni tecniche, ieri pomeriggio si è però passati alle valutazioni politiche. Ed è tornata in campo la richiesta della Lega di andare sì alla fusione Agsm-Aim, ma senza vincolarla in alcun modo alla ricerca del partner industriale. Finocchiaro ha chiesto egualmente di avere mandato per proseguire le trattative. Ma ha ricevuto un solo sì (oltre al proprio) e tre secchi no.
E lì, la seduta è stata troncata. Si ripartirà venerdì, ma la situazione sembra abbastanza definita. La fusione AgsmAim non viene messa in discussione da nessuno. Ma, al contrario della Lega, sia Finocchiaro che il sindaco di Verona, Federico Sboarina, vogliono tenerla strettamente collegata alla scelta di un terzo partner, quello industriale. Secondo Sboarina, infatti, sia il concambio tra Verona e Vicenza, sia la governance paritaria della nuova società, sarebbero accettabili solo all’interno della nuova, grande MuVen (la futura multiutility del Veneto «a tre teste»), mentre non lo sarebbero più se ci fosse la sola fusione tra Agsm e Aim (che, peraltro, creerebbe una sorta di «grande Agsm», con sede a Verona e presidenza veronese). E su questo si è rotto. Almeno per ora.