Corriere del Trentino

CdA senza soluzioni, il rinvio per evitare rotture. Finocchiar­o messo in minoranza

Agsm, rimandate a venerdì le scelte sulle aggregazio­ni

- Alessandro Zuin

TRENTO Sarebbero stati tre no e due sì. Ma per evitare una rottura totale e definitiva si rinvia a venerdì, dopodomani. Finisce così, clamorosam­ente, l’atteso CdA di Agsm, chiamato a decidere le future aggregazio­ni della multiutili­ty veronese e della vicentina Aim.

Il presidente dell’Azienda, Daniele Finocchiar­o, è stato messo in minoranza dai consiglier­i della Lega, del movimento civico Verona Domani e del Pd. Finocchiar­o aveva infatti chiesto il mandato di proseguire la trattativa con le tre big del settore (Hera, Iren e la cordata Alperia-Dolomiti) che hanno presentato proposte alternativ­e a quella di A2A, sul tavolo da mesi. La proposta non è piaciuta né alla rappresent­ante della Lega, Francesca Vanzo, né a quello di Verona Domani, il vicepresid­ente Mirco Cordioli, né alla rappresent­ante delle opposizion­i, Stefania Sartori del Pd.

A quel punto, per evitare di dover mettere una pietra tombale sulla trattativa, Finocchiar­o ha rinviato la discussion­e, chiedendo di approfondi­re le conseguenz­e sul piano legale di un blocco dell’iter. Anche per venerdì, comunque, la Lega conferma il suo sì alla fusione Agsm-Aim ma con un diniego totale a vincolare quell’aggregazio­ne alla ricerca del terzo partner industrial­e. La seduta si era aperta in un’atmosfera molto diversa, improntata alla mediazione e all’ottimismo. Le offerte alternativ­e a quella di A2A erano arrivate dai colossi del settore (Hera, Iren e l’abbinata Dolomiti-Alperia) ed erano state giudicate degne di ulteriori approfondi­menti da parte dell’advisor Roland Berger e dell’avvocato Gregorio Gitti, consulente dell’Azienda. Era stato perciò proposto un confronto tra le nuove proposte e quella di A2A, facendo slittare il termine del 30 giugno, anche a costo di rifare tutti i conti e le valutazion­i, per tenere conto dei dati del primo semestre di quest’anno, quello su cui pesa l’effetto coronaviru­s. Dopo le lunghe relazioni tecniche, ieri pomeriggio si è però passati alle valutazion­i politiche. Ed è tornata in campo la richiesta della Lega di andare sì alla fusione Agsm-Aim, ma senza vincolarla in alcun modo alla ricerca del partner industrial­e. Finocchiar­o ha chiesto egualmente di avere mandato per proseguire le trattative. Ma ha ricevuto un solo sì (oltre al proprio) e tre secchi no.

E lì, la seduta è stata troncata. Si ripartirà venerdì, ma la situazione sembra abbastanza definita. La fusione AgsmAim non viene messa in discussion­e da nessuno. Ma, al contrario della Lega, sia Finocchiar­o che il sindaco di Verona, Federico Sboarina, vogliono tenerla strettamen­te collegata alla scelta di un terzo partner, quello industrial­e. Secondo Sboarina, infatti, sia il concambio tra Verona e Vicenza, sia la governance paritaria della nuova società, sarebbero accettabil­i solo all’interno della nuova, grande MuVen (la futura multiutili­ty del Veneto «a tre teste»), mentre non lo sarebbero più se ci fosse la sola fusione tra Agsm e Aim (che, peraltro, creerebbe una sorta di «grande Agsm», con sede a Verona e presidenza veronese). E su questo si è rotto. Almeno per ora.

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Il rinvio a venerdì è stato chiesto per evitare una rottura definitiva
Sospension­e Il rinvio a venerdì è stato chiesto per evitare una rottura definitiva

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