L’ex assessore: «La politica tracci la via, si premia la fedeltà e non le professionalità»
Era stata la giunta Rossi a scegliere il nome del dottor Paolo Bordon per guidare l’Azienda sanitaria trentina e questo potrebbe avere avuto un peso. Un pensiero che ha toccato tanti in questi giorni. Allora l’assessore era Luca Zeni, ora il consigliere provinciale del Pd, che non nasconde il dispiacere per l’uscita prematura di Paolo Bordon.
«È la giunta, naturalmente, che deve scegliere, non si può sindacare le decisioni prese, ma la sanità in questo momento vive una fase delicata — spiega — la pandemia, la ripresa, il rischio di un ritorno del virus, serve un rilancio a partire dai primariati, tra pensionamenti e medici che se ne sono andati via, l’Azienda sanitaria trentina ha perso tanto».
Zeni sprona la giunta Fugatti. «La politica deve tracciare la traiettoria, stiamo parlando della squadra e delle persone che fanno la differenza. Non nego l’importanza dell’elemento fiduciario, ma mi sembra che su tante partite di nomine venga privilegiata la fedeltà rispetto alla competenza e questo sul lungo periodo è un problema».
Il gruppo consiliare del Pd parla di «evidente indifferenza con la quale la giunta provinciale ha accolto la decisione di Bordon». La capogruppo Sara Ferrari ringrazia il direttore generale dell’Azienda sanitaria «per il suo lungo e proficuo lavoro che ha consentito, negli anni, alla sanità trentina di essere più volte indicata dal sistema sanitario nazionale quale modello» e attacca la governance provinciale. «Colpisce il disinteresse palese della giunta per una scelta che non trova apparente ragione d’essere, se fino ad ieri il lavoro del dottor Bordon veniva indicato come faro guida anche nella difficile gestione dell’emergenza Covid-19. La giunta sicuramente decide secondo proprie responsabilità, ma ciò non toglie che sia possibile dissentire da atteggiamenti che, a nostro parere, non fanno onore alla comunità trentina».
Zeni invece torna sulla necessità di un progetto sanitario e di un aumento dell’offerta di integrazione socio-sanitaria. «L’impostazione della giunta leghista dal punto di vista dell’approccio organizzativo è certamente tradizionale e conservatrice, ma un’impostazione più tradizio
nalista che punti l’attenzione alla singola struttura perché c’è un consigliere di valle rischia di diventare un problema — aggiunge l’ex assessore —. Questa stasi ha effetti negativi, nell’ultimo anno e mezzo molti professionisti hanno lasciato la nostra azienda e questo è un indice della difficoltà a trasmettere l’idea di un progetto. Bordon e Dario erano due figure chiave con competenze manageriali elevate, il fatto che abbiano scelto altre regioni è legato all’assenza di una progettualità». Zeni punzecchia la giunta anche sui tempi. «Auspico che trovino in fretta la persona e che sia coerente con un modello e un progetto che ora non vedo».