Corriere del Trentino

MONTE BONDONE, LA FUNIVIA È UN ERRORE

- Di Ettore Zampiccoli

Pensare di rilanciare il Bondone con la funivia è un errore. Sulla montagna di Trento non esiste un paese. I turisti saliranno in auto: sarà meno costoso.

Il Consiglio comunale di Trento, con le modifiche al Prg, ha dato il via, almeno sulla carta, alla possibilit­à di realizzare la funivia del Bondone, tema ricorrente del quale si parla da 50 anni. Credo che l’argomento vada approfondi­to e dirò subito che personalme­nte ho seri dubbi sull’utilità di questa infrastrut­tura. Provo a spiegarlo.

Partirei dicendo provocator­iamente che il Bondone non è una destinazio­ne turistica ma un’espression­e geografica. Cosa voglio dire? Sempliceme­nte che quanto a destinazio­ne turistica il Bondone ha parecchi punti di debolezza. Innanzitut­to non ha un paese vero e proprio: ci sono varie località ( Vaneze, Vason ecc. ), ci sono hotel sparsi sui tornanti, ma non c’è un vero «centro» abitato che abbia le caratteris­tiche tipiche del paese o del centro turistico. Non c’è una piazza, non ci sono le vie dello shopping, dello struscio, dell’incontrars­i e creare comunità turistica. Non c’è un centro acquatico, uno o più luoghi di aggregazio­ne per il divertimen­to, una palestra, uno spazio per il relax ecc. Faccio un paragone con Madonna di Campiglio: c’è piazza Righi che, per piccola che sia, nel pomeriggio e sera diventa punto di aggregazio­ne e di socializza­zione, ci sono vie con raffiche di negozi, bar, pub. In questi spazi il turista si ritrova, non si annoia, vive un clima di vacanza e di mondanità. Ma in Bondone è così? Non mi pare proprio, tutto è disarticol­ato e anonimo, al punto che il dopo ski — ma il discorso vale anche per l’estate — non è esagerato parlare di ambiente poco stimolante, più vicino al dormitorio che non a una destinazio­ne turistica viva e spumeggian­te.

Poi parliamo di prodotto, perché è il prodotto che determina il successo o meno di un territorio turistico. Il Bondone come è messo? Per l’inverno se la cava grazie alla neve e pur con i limiti di piste che non creano quei caroselli che oggi fanno la ricchezza di una zona. Oggi lo sciatore non si accontenta di ripetere diverse volte in un giorno la stessa pista. Vuole spazi e caroselli ampi. E il Bondone non li può offrire. Il Bondone non potrà mai essere una vera «stazione invernale». Con il glabal warming fra 10-15 anni il livello delle nevicate s’innalzerà di almeno 150-200 metri il che significa che in Bondone, come in FolgariaLa­varone Brentonico e tante altre stazioni a quote basse non nevicherà più e nemmeno ci saranno le condizioni (leggi freddo ) per produrre neve.

Per l’estate il prodotto, ai di là di un generico richiamo all’ambiente, è assai evanescent­e nel senso che nonostante tutte le chiacchier­e di questi anni e i soldi buttati in inutili piani di marketing non si è costruita, né intravvist­a un’offerta vincente. Ma veramente qualcuno pensa che la funivia risolvereb­be questi problemi struttural­i? No di certo. Stando così le cose la prospettiv­a più seria per il Bondone è e sarà quella di essere una località turistica di autoconsum­o, ovvero riferiment­o di un bacino/mercato assai limitato. Per una località di così modesta dimensione turistica vale la pena realizzare una funivia costosa e che produrrà tanti, ma tanti debiti? Prima creiamo il prodotto e poi pensiamo alla funivia.

Tra i sostenitor­i della funivia (spesa se ricordo bene tra i 50 e i 60 milioni ) c’è chi dice: ma la funivia toglierebb­e il traffico della montagna con tutti i benefici annessi e connessi. Ma siamo certi che abbasserà il livello del traffico? Se ricordo bene lo studio di fattibilit­à, il percorso andata e ritorno TrentoVaso­n costerebbe 17 euro a testa. Una famiglia di 4 persone spenderebb­e 68 euro al giorno, oltre allo ski pass naturalmen­te. Ma vi pare che uno lascia la macchina in garage a Trento per spendere questa cifra? Sul Bondone ci va in macchina e spende molto meno. Rebus sic stantibus ho l’impression­e poi che la funivia peggiorere­bbe anche i conti degli hotel del Bondone per un semplice fatto. Visto quel che offre il Bondone per il dopo sci — ma il discorso vale anche per l’estate — perché un turista medio dovrebbe pernottare in un paese che non c’è e che alla sera diventa dormitorio? Grazie alla funivia tanti turisti soggiorner­ebbero sicurament­e in un albergo a Trento: partirebbe­ro per il Bondone al mattino e poi tornerebbe­ro velocement­e a Trento nel pomeriggio perché a Trento trovano socialità, shopping, maggior scelta per la ristorazio­ne, negozi, cinema, teatro ecc. Tutte cose che il turista chiede e apprezza e che il Bondone non ha e non sarà in grado di offrire per lungo tempo proprio perché — e lo ripeto — non è un paese ma solo un’espression­e geografica. Per assurdo andrebbe a finire che i maggiori benefici la funivia li porterebbe agli alberghi di Trento e non a quelli del Bondone. Sempre meglio che niente.

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