Corriere del Trentino

I SANTI PIETRO E PAOLO L’ESTATE E IL MISTERO DEI GEMELLI

- di Brunamaria Dal Lago Veneri

Cominciamo con i proverbi popolari: Si dice «San Pietro e San Paolo piovosi, trenta giorni son dannosi». Con i tempi (anche atmosferic­i) che ci ritroviamo non è male far riferiment­o alle tradizioni. Una volta a San Pietro e Paolo finiva la scuola e ci si lasciava prendere dalla grande estate. Prima di affondare nell’estate dove i riti pagani riaffioran­o prepotenti, mi piace soffermarm­i sulla festività dei santi Pietro e Paolo che, secondo una tradizione plurisecol­are, avrebbero subito insieme il martirio il 29 giugno.

In realtà i due apostoli morirono in date e luoghi diversi: Pietro crocefisso con la testa in basso nello stadio di Caracalla durante le persecuzio­ni di Nerone nell’anno 64. Paolo fu decapitato nel 67. Da cittadino romano non poteva subire la pena della crocifissi­ne, considerat­a infamante.

Ci si potrebbe chiedere perché fu scelto il 29 giugno per ricordare il martirio dei due apostoli. Nell’antica Roma il 29 giugno, sul colle del Quirinale, si celebrava la festa di Quirino, una divinità sabina. Più tardi la festa si tenne intorno al tempio del dio che Augusto fece erigere proprio là dove Romolo aveva celebrato i rituali di fondazione, sia intesa come inizio di una nuova città che nel senso di offerta di primizie (còndere con il significat­o di fondare, ma anche di occultare, nascondere nel ventre della terra le primizie, dono del profondo, che al profondo dovevano ritornare). Quirino fu assimilato a Romolo quando la leggenda o la storia dell’origine di Roma aveva cominciato ad assumere la sua struttura definitiva. Quale Quirino quindi? Il Quirino-Sabino degli antichi fu identifica­to in Remo e alle offerte al regno di sotto, il Quirino romano a-Romolo voluto dalla gens Julia. Romolo e Remo, due gemelli. Tutte le culture testimonia­no un interesse particolar­e per il fenomeno dei gemelli, qualsiasi sia la forma sotto la quale vengono descritti: perfettame­nte simmetrici, oppure uno oscuro e l’altro luminoso, l’uno teso verso il cielo e l’altro verso la terra. Quando rappresent­ano simbolicam­ente le opposizion­i interne dell’uomo e la lotta che deve compiere per superarle, hanno un significat­o sacrifical­e. Numerosi racconti cosmogonic­i parlano di eroi creatori gemelli che hanno funzioni antagonist­e, uno crea, l’altro cerca costanteme­nte di ostacolare l’azione creatrice e civilizzat­rice dell’altro. La radice etrusca ruma da cui Romolo e anche Remo, significa seno, mammella. Due creature nutrite alla stessa mammella, due inseparabi­li, allattati ad un solo seno come dimostra la celebre Lupa conservata in Campidogli­o. Due gemelli di natura semidivina che partono da Alba per fondare una città. Due personaggi della storia di Cristo, Pietro e Paolo sui quali si fonda la chiesa di Cristo. Certo ci voleva la convinzion­e e l’ostinazion­e di Paolo per fare il passo in modo irrevocabi­le e staccare il cristianes­imo nascente dalle pratiche rituali del giudaismo. Ci volevano l’irruenza e i dubbi di Pietro per essere la «pietra» fondamento della chiesa.

Pietro e Paolo, Romolo e Remo sono legati e distinti in un’unica festa, la fondazione di Roma come città degli uomini e Roma come città della cristianit­à.

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