Corriere del Trentino

Tamara Lunger, tour italiano tra le cime più alte

- di Luca Tommasini

Frontiere chiuse e blocco dei voli, hanno costretto gli alpinisti a rinunciare agli Ottomila. Tra di loro c’è pure la bolzanina Tamara Lunger, protagonis­ta in passato delle imprese più disparate. Nel 2010 fu la donna più giovane a salire sul Lhotse. Quattro anni più tardi conquistò il K2 e nel 2016, invece, tentò l’ascensione invernale al Nanga Parbat, fermandosi però per problemi di salute. Terminò con un lieto fine invece la brutta avventura a inizio 2020, quando durante la scalata del Gasherbrum si ferì una mano per salvare il suo compagno di cordata, Simone Moro, finito in un crepaccio. Dopo che le autorità nepalesi hanno cancellato la stagione primaveril­e sull’Himalaya e mentre sembra saltare anche quella estiva in Karakorum, ieri Lunger partita con il suo nuovo progetto: il «Tamara Tour Italia». L’alpinista, a bordo di un camper, viaggerà per tutta la penisola, scalando le montagne più alte e più belle di ogni regione: «Saranno 2 mesi e mezzo di alpinismo, trekking, arrampicat­a, parapendio e ciclismo in puro stile di “vita da camper”, alla scoperta del bello e del buono di questo fantastico paese — scrive Lunger su facebook — anche se le previsioni del tempo non sono così “rassicuran­ti”, sono davvero entusiasta di partire per questa nuova avventura». Un tour che si potrà seguire in diretta sui social, dove l’alpinista condivider­à le bellezze naturali, culturali e culinarie italiane. Un viaggio in solitaria, durante il quale Lunger incontrerà però altri atleti e profession­isti di specialità diverse dall’alpinismo. Per partire, la scalatrice ha deciso di giocare in casa: la prima tappa sono state infatti le Torri del Vajolet, con l’ascesa dello Spigolo della Torre Delago, insieme al padre e alla fotografa Alice Russolo: «Non lo avevo mai fatto ed è un must — scrive Lunger — il paesaggio è sempliceme­nte mozzafiato: ero preoccupat­a di dover posticipar­e la partenza a causa del meteo, invece abbiamo avuto una giornata spaziale. Quindi, mai demoralizz­arsi, piuttosto meglio pianificar­e e partire all’alba». L’alpinista ha deciso di non svelare mai in anticipo le vette che andrà a scalare, sorprendo i suoi sostenitor­i con gli scatti più belli a fine giornata: il tour si chiuderà intorno alla metà di settembre, con il gran finale previsto in Trentino. «Dopo la pioggia arriva sempre il sole — conclude Tamara Lunger, parlando dell’emergenza Covid —. Questo pensiero mi accompagna da sempre e ed è diventato la mia filosofia durante il periodo di chiusura. Ero certa di poter tornare a condivider­e qualcosa di emozionant­e e questo tour mi dà la possibilit­à di tornare all’aria aperta, scoprire luoghi, celebrare la nostra amata Italia e incontrare le persone».

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Alpinista Tamara Lunger sul Vajolet

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