Commercio, caos istituzionale
La Commissione dei Dodici attende i ricorsi del governo. Sospesa la richiesta delle competenze
La norma di attuazione sul commercio, finita ieri sul tavolo della Commissione dei Dodici, dovrà aspettare fino alla fine dell’estate per due motivi: il testo deve essere affinato e la legge provinciale potrebbe essere impugnata. Intanto le città, considerate non turistiche, fanno fronte comune: «Ci muoveremo insieme».
Il percorso, appena avviato, è stato subito congelato: la norma di attuazione sul commercio, finita ieri sul tavolo della Commissione dei Dodici, dovrà attendere almeno fino alla fine dell’estate per essere inviata a Roma. Per due motivi. In primo luogo, avverte il presidente Fabio Scalet, «il testo deve essere ancora affinato». Ma soprattutto — e questo è il secondo motivo — sul tavolo del governo, oggi, c’è la legge provinciale trentina sulle chiusure domenicali delle attività commerciali, formulata e votata in un batter d’occhio, ma che potrebbe venire impugnata. Per evitare «un piccolo ingorgo», come lo definisce lo stesso Scalet, la Commissione ha deciso di togliere il piede dall’acceleratore. Preferendo muoversi con maggiore calma.
La riunione
Un vertice importante, quello di ieri, per i Dodici. Nella sede della Regione in piazza Dante, il presidente ha riunito l’organismo paritetico «dopo circa due anni di inattività — ci tiene a sottolineare lo stesso Scalet — in ragione delle varie scadenze elettorali nazionale e locali e dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19». A introdurre la riunione, il presidente della Provincia (e vicepresidente della Regione) Maurizio Fugatti e il commissario del governo di Trento Sandro Lombardi. «Una partecipazione — osserva Scalet — che esprime la convergenza delle istituzioni dell’Autonomia e dello Stato nella ricerca di soluzioni normative pattizie per lo sviluppo dell’autonomia speciale in termini di compatibilità con l’ordinamento nazionale».
Il nodo
Occhi puntati, quindi, sullo schema di norma di attuazione chiesta dai due governatori Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher per poter ottenere la competenza «in materia di orari degli esercizi commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande». Un testo analizzato dai Dodici e risultato in gran parte condiviso. «Ho riscontrato una sostanziale convergenza» sintetizza Scalet. Che poi spiega lo stop. Anche se temporaneo. «Lo schema di norma di attuazione — sottolinea — ha richiesto significativi approfondimenti e analisi da parte dei componenti della commissione, che non si sono ancora conclusi e che dovranno essere ripresi prossimamente anche per un affinamento del testo proposto». Una limatura che vedrà il contributo dei componenti dell’organismo paritetico, chiamati a elaborare eventuali correzioni. E che dovrà puntare a un obiettivo preciso: «È necessario — continua il presidente — trovare una linea di confine per riuscire ad avere una potestà legislativa concreta e non solamente di facciata». Si slitta direttamente a settembre, insomma. Ma non solo per questo. Anzi: ad aver imposto una decisa frenata all’iter della norma di attuazione è stata soprattutto la legge trentina approvata in consiglio pochi giorni fa. Una norma che regolamenta proprio la questione delle chiusure dei negozi nei giorni festivi (non senza polemiche e divisioni) e che il governo potrebbe impugnare. Inutile, quindi — è stata la conclusione a cui è arrivata la commissione dei Dodici — inviare a Roma in questo momento un testo per chiedere competenze sul commercio proprio mentre lo stesso governo sta valutando un altro provvedimento locale: meglio evitare «piccoli ingorghi», che istituzionalmente potrebbero creare attriti, e attendere qualche mese per capire se il ministero darà o meno il proprio benestare al testo dell’assessore Roberto Failoni. «Ma questo — ci tiene ad assicurare Scalet — non vuol dire che non vogliamo andare avanti». Primo orientamento favorevole dai Dodici, invece, sulla norma di attuazione sui giudici onorari di pace.