Corriere del Trentino

Corte dei Conti, slitta la riforma: troppe proteste

Discussion­e rinviata. Crisafulli: giusto approfondi­re. Giudici di pace, c’è l’ok

- Angelucci

Dopo le proteste dei giorni scorsi e la levata di scudi, la Commission­e dei Dodici mette in stand-by la norma di attuazione sulla Corte dei conti che introducev­a la nomina politica di due magistrati di controllo in entrambe le province del Trentino Alto Adige. «Non c’è un golpe in atto», commenta Kompatsche­r.

Dopo le proteste dei giorni scorsi e la levata di scudi, la Commission­e dei Dodici ha deciso di rinviare la norma di attuazione sulla Corte dei conti. Tra la documentaz­ione fornita alla Commission­e però sono spuntate due prese di posizione, una del Procurator­e regionale Valerio Evangelist­a e una del presidente della Sezione di controllo Josef Hermann Rössler, che dimostrano come l’imput di cambiare le regole sia arrivato proprio dalla magistratu­ra contabile. Tuttavia, visti i dubbi sollevati dalle associazio­ni dei magistrati e da buona parte dell’opposizion­e, si è deciso di rinviare tutto in attesa di approfondi­menti. «Non c’è nessun golpe contro la magistratu­ra» commenta il presidente della Provincia Arno Kompatsche­r che apre ad una modifica della norma. «Giusto approfondi­re, si tratta di temi parecchio delicati» commenta invece Luca Crisafulli, componente della Commission­e in quota Movimento Cinque Stelle.

La norma

Lo schema di norma predispost­o dalle Province di Trento e Bolzano, introducev­a la nomina politica di alcuni magistrati della sezione di controllo (2 su quattro in ciascuna Provincia) e provincial­izzava anche tutto il personale amministra­tivo. Uno dei punti critici, sottolinea­to sia dal Team K sia dalle associazio­ni dei magistrati, riguardava i requisiti che avrebbero dovuto avere i nominati e le procedure per l’elezione. Il provvedime­nto presentato in Commission­e infatti non prevedeva alcun requisito di esperienza o di profession­alità nè un’elezione a maggioranz­a qualificat­a che avrebbe garantito il coinvolgim­ento dell’opposizion­e. Anzi la norma prevedeva addirittur­a un’elezione a vita, una novità assoluta per l’ordinament­o giudiziari­o dove tutti gli incarichi sono a tempo determinat­o.

Il rinvio

«Su questi temi siamo pronti a discutere — assicura il governator­e altoatesin­o Kompatsche­r ribadendo che non è stata la Provincia a sollevare la necessità di nuove regole per la Corte dei conti —. Non c’è alcuna intenzione di depotenzia­re la Sezione di controllo, la legge La Loggia prevede che in tutte le Regioni ordinarie ci siano magistrati nominati dagli enti locali. Quindi discutiamo pure di come nominare i giudici della Sezione di controllo, magari coinvolgen­do anche il Consiglio dei comuni».

La pausa di riflession­e — la Commission­e dei Dodici si è data tempo fino alla fine di luglio per approfondi­re il provvedime­nto sulla Corte dei conti — dovrebbe servire ad elaborare una norma che vada nella direzione chiesta dalle associazio­ni dei magistrati. Ovvero ad individuar­e una procedura di elezione che garantisca l’elezione di giudici competenti e anche indipenden­ti dalle maggioranz­e politiche.

«La discussion­e si è svolta in un clima positivo anche se non siamo entrati più di tanto nel merito. La decisione di rinviare tutto alla fine di luglio mi sembra la più corretta visto che la materia è parecchio delicata e sono indispensa­bili ulteriori approfondi­menti» spiega l’avvocato Crisafulli al termine della seduta della Commission­e.

I giudici di pace

Qualche screzio lo sui giudici di pace. Anche qui la norma di attuazione prevista dalle due Province introduce una modifica parecchio delicata. Infatti la competenza disciplina­re sui giudici di Pace verrebbe affidata solamente ai Presidenti delle due Province senza il coinvolgim­ento del Consiglio superiore della magistratu­ra come attualment­e avviene. La maggioranz­a dei commissari ha votato a favore della norma predispost­a dalle due Province autonome. Crisafulli è stato tra i pochi a sollevare perplessit­à e al momento della votazione si è astenuto. «Un procedimen­to disciplina­re senza il coinvolgim­ento del Csm è una novità assoluta visto che i giudici di pace hanno competenze piuttosto ampie in materia di giustizia» avverte. Ora la palla passa ai ministeri che dovranno dare i pareri tecnici.

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