Orso, ambientalisti uniti: «La Provincia sbaglia»
Wwf, Lipu, Enpa, Lav, Lac, Legambiente: «Ordinanza crudele, è un danno di immagine»
Per la prima volta uniti per la difesa dell’ambiente e degli animali contro un nemico comune. «Dovremmo ringraziare il presidente Fugatti e gli assessori Failoni, Zanotelli e Tonina: senza la decisone isterica di condannare a morte un orso protagonista di un incidente non ci saremmo mai unite in maniera tanto forte, cosa mai accaduta» affermano ironici gli esponenti del Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste del Trentino. Enpa, Lav, Lac, Legambiente, Lipu, Eppa e Wwf: tutte le delegazioni locali delle maggiori sigle attive nella difesa dell’ambiente naturale e dei suoi abitanti si sono unite per protestare contro l’ordinanza firmata da Fugatti che condanna a morte l’orsa JJ4, responsabile dell’aggressione a due cacciatori lo scorso 22 giugno. «Aggressione non è corretto — specifica Sergio Merz, delegato Lipu — Ciò che è accaduto è un incidente del bosco, come quando si è morsi da una vipera o punti da una cimice. Per muoversi nel bosco servono determinate accortezze, non gli allarmismi alimentati dalla fallimentare gestione provinciale. L’orso non aggredisce se non è preso di sorpresa».
Il neonato coordinamento ambientalista e animalista non risparmia le accuse alla Provincia, responsabile di «scelte scellerate» e di lungo corso. È dell’anno scorso infatti l’eliminazione del Comitato Faunistico, unico strumento esistente di pianificazione e confronto a disposizione degli stakeholder per quanto riguarda la gestione della fauna in Trentino. Abolite anche le presentazioni ufficiali del rapporto Grandi Carnivori e ridotte all’osso le azioni di comunicazione volte a formare la popolazione sul corretto comportamento da tenere nei boschi. Gli attivisti puntano il dito anche contro il cattivo impiego del Pacobce,
il piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi, che prevede che le azioni debbano essere proporzionate alla «problematicità» manifestata dai soggetti: «L’uccisione è un’azione commisurata a un evento che vede protagonista un’orsa schiva che ha agito perché spaventata o colta di sorpresa?». Per questo la richiesta del coordinamento è ben precisa: «Che la Provincia indaghi a fondo sull’accaduto per valutare la dinamica degli eventi e agire secondo quanto detta la scienza, e non secondo isterismi. JJ4 è sempre stata un’orsa timida, praticamente mai avvistata e mai responsabile di altri attacchi: non esiste alcun motivo per perseguitarla». Oltre alla violenza contro l’animale, gli attivisti condannano anche gli effetti collaterali in termini di immagine causati dall’ordinanza, come già dimostrato da una serie di raccolte firme che in alcuni casi hanno superato le 200mila adesioni. «L’ordinanza è crudele, comporta anche un grave danno di immagine dal punto di vista dell’etica e il danno d’immagine si potrà tradurre in un danno economico — attacca Francesco Mongioì della Lac — In Abruzzo per non disturbare un’orsa con i suoi cuccioli hanno chiuso alcune strade. In Trentino, vista la gestione del problema, c’è il rischio che la Provincia catturi e uccida un orso a caso».
Intanto la commissione medica della Sat ha richiamato gli escursionisti a un maggiore rispetto delle regole anti-Covid in quota, viste le numerose segnalazioni.