Trento, turismo e negozi: urgente riaprire il dibattito
Cosa ci lascia il Covid19? La consapevolezza che basta un nano batterio per rimettere in discussione il nostro stile di vita. Dopo la chiusura forzata della società dei consumi, nessuno si aspettava da parte della Provincia un provvedimento di siffatta rilevanza per il Trentino. La legge che Piazza Dante ha voluto emanare sulle chiusure domenicali divide il commercio e non solo. Da una parte i sostenitori del tutto e sempre aperto, dall’altra chi ne apprezza l’iniziativa. Per esemplificare: i piccoli perlopiù a favore, contrari i grandi, mentre plaudono i sindacati dei lavoratori. Ma come accade spesso è difficile conciliare gli interessi degli uni e degli altri. Il compito di trovare delle soluzioni spetta non solo ai politici ma anche a chi è investito da responsabilità sociali. La levata di scudi di queste ore ci dice che forse qualcosa non ha funzionato. L’aver escluso Trento capoluogo dalla lista dei Comuni turistici è stato considerato un errore , ciò vale ovviamente anche per Rovereto, città del Mart, o Pergine). Le intenzioni del legislatore, forse, erano quelle di voler lasciare un segno lungo l’asta dell’Adige, zona notoriamente ad altissima concentrazione commerciale, evitando nel contempo di vanificare l’efficacia del provvedimento di legge. La priorità dell’assessore Failoni è un sola: favorire i piccoli negozi tradizionali e le vallate decimati dalla grande distribuzione. Motivi elettorali, gli replica il suo collega assessore al Comune di Trento Roberto Stanchina, promettendo di non inviare i vigili per i disobbedienti. Il dibattito sia pur nella calura estiva proseguirà. Probabile un braccio di ferro ad alta tensione tra Provincia e grandi catene. Sarebbe però un brutto esempio scontrarsi davanti a un giudice terzo. Salvo che Roma non annulli il tutto. La società del postvirus è più attenta rispetto a qualche mese fa. I cittadini s’informano, valutano, giudicano. Cosa fare? Siamo oramai nell’era del digitale. Gli slogan contano, eccome. Una diversa classificazione delle città interessate come «città eventi» o «smart city» potrebbe sopperire a qualche lacuna di troppo. Sedersi attorno a un tavolo per aggiustare il tiro potrebbe rivelarsi utile cercando di conciliare le aspettative di tutti gli attori in campo per quanto sarà possibile fare. Almeno proviamoci...