Api, coccinelle, formiche e afidi Quando l’insetto diventa risorsa per «salvare» le piante e l’uomo
Con il tempo gli apicoltori son diventati una battagliera lobby in difesa delle api mellifere. Così hanno involontariamente allargato la ricerca anche su altre popolazioni d’insetti. I ricercatori hanno scoperto, durante gli studi, l’utilità delle api selvatiche, e che sono più di seicento specie. La conclusione ultima della scienza è: gli umani vivranno solo se continueranno a esistere gli insetti, importante fattore per la sopravvivenza umana.
Le catene alimentari sono complicate: sappiamo che se sparisce un solo tipo d’insetto, ne spariscono altri in numero progressivo. Per fare un esempio banale: voi spruzzate piretro sugli afidi delle vostre rose; le api, cercando polline, si contaminano, avvelenando non solo se stesse, ma anche una parte delle loro larve; assieme agli afidi moriranno coccinelle e le larve delle coccinelle che si nutrono di afidi; poi le formiche (utili anch’esse, perché, fra molte altre virtù, ripuliscono il giardino dai piccoli cadaveri); le sirfidi, moschine predatrici - attaccano insetti da noi considerati nocivi; le forbicine, che si nutrono di afidi e di altri piccoli coleotteri; le larve delle lucciole, nascoste fra le foglie, che si nutrono di lumache...e pensare che sarebbe bastato solo un forte getto d’acqua per lavar via la colonia di parassiti.
Per gli insetti non è un buon momento: siamo arrivati alla frutta, come si suol dire. Minacciati dall’impiego dei fitosanitari, dalle monoculture, dalla perdita del loro habitat, il quaranta per cento rischia l’estinzione definitiva.
Per aiutare la biodiversità, ristabilire gli equilibri naturali, sono da preferire piante autoctone (evitando cipressi leylandii, arbusti con fiori sterili come le forsizie, delle buddleie, che ubriacano le farfalle, rendendole facile preda per gli uccelli).
Possiamo tutelarne una piccola ma importante parte. I giardini e i terrazzi dovrebbero diventare riparo e nutrimento: ricordiamoci, dunque, che in febbraio il primo polline è quello di gattici, dei bucaneve, dei crochi. Importante è anche, ultima in ottobre, la fioritura dell’edera. I nostri fiori dovrebbero essere semplici, con stami e pistilli bene in vista (avete presenti le zinnie?).
Fioriture colorate in gruppi attireranno più insetti. Il prato va sfalciato meno frequentemente – il dente di leone, le pratoline e il trifoglio sono importanti fonti di nutrimento per farfalle, bombi e & Co – di bombi ne conosciamo quarantacinque specie diverse!
Tigli, gleditzie, ciliegi, sofore, maggiociondolo forniscono polline e nettare. Da rispettare sono anche le piante in cui si nascondono le crisalidi: un folto di ortiche, nascosto alla vista, darà riparo e nutrimento al bruco e alla crisalide della vanessa, una delle più grandi e belle farfalle europee.
Da evitare Per tutelare la biodiversità sarebbe meglio non piantare arbusti con fiori sterili