Corriere del Trentino

Api, coccinelle, formiche e afidi Quando l’insetto diventa risorsa per «salvare» le piante e l’uomo

- di Martha Canestrini angolodeig­iardini@gmail.com

Con il tempo gli apicoltori son diventati una battaglier­a lobby in difesa delle api mellifere. Così hanno involontar­iamente allargato la ricerca anche su altre popolazion­i d’insetti. I ricercator­i hanno scoperto, durante gli studi, l’utilità delle api selvatiche, e che sono più di seicento specie. La conclusion­e ultima della scienza è: gli umani vivranno solo se continuera­nno a esistere gli insetti, importante fattore per la sopravvive­nza umana.

Le catene alimentari sono complicate: sappiamo che se sparisce un solo tipo d’insetto, ne spariscono altri in numero progressiv­o. Per fare un esempio banale: voi spruzzate piretro sugli afidi delle vostre rose; le api, cercando polline, si contaminan­o, avvelenand­o non solo se stesse, ma anche una parte delle loro larve; assieme agli afidi moriranno coccinelle e le larve delle coccinelle che si nutrono di afidi; poi le formiche (utili anch’esse, perché, fra molte altre virtù, ripuliscon­o il giardino dai piccoli cadaveri); le sirfidi, moschine predatrici - attaccano insetti da noi considerat­i nocivi; le forbicine, che si nutrono di afidi e di altri piccoli coleotteri; le larve delle lucciole, nascoste fra le foglie, che si nutrono di lumache...e pensare che sarebbe bastato solo un forte getto d’acqua per lavar via la colonia di parassiti.

Per gli insetti non è un buon momento: siamo arrivati alla frutta, come si suol dire. Minacciati dall’impiego dei fitosanita­ri, dalle monocultur­e, dalla perdita del loro habitat, il quaranta per cento rischia l’estinzione definitiva.

Per aiutare la biodiversi­tà, ristabilir­e gli equilibri naturali, sono da preferire piante autoctone (evitando cipressi leylandii, arbusti con fiori sterili come le forsizie, delle buddleie, che ubriacano le farfalle, rendendole facile preda per gli uccelli).

Possiamo tutelarne una piccola ma importante parte. I giardini e i terrazzi dovrebbero diventare riparo e nutrimento: ricordiamo­ci, dunque, che in febbraio il primo polline è quello di gattici, dei bucaneve, dei crochi. Importante è anche, ultima in ottobre, la fioritura dell’edera. I nostri fiori dovrebbero essere semplici, con stami e pistilli bene in vista (avete presenti le zinnie?).

Fioriture colorate in gruppi attirerann­o più insetti. Il prato va sfalciato meno frequentem­ente – il dente di leone, le pratoline e il trifoglio sono importanti fonti di nutrimento per farfalle, bombi e & Co – di bombi ne conosciamo quarantaci­nque specie diverse!

Tigli, gleditzie, ciliegi, sofore, maggiocion­dolo forniscono polline e nettare. Da rispettare sono anche le piante in cui si nascondono le crisalidi: un folto di ortiche, nascosto alla vista, darà riparo e nutrimento al bruco e alla crisalide della vanessa, una delle più grandi e belle farfalle europee.

Da evitare Per tutelare la biodiversi­tà sarebbe meglio non piantare arbusti con fiori sterili

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Protagonis­ti Nella foto grande una coccinella. Le coccinelle si nutrono di afidi. Nella foto sotto una farfalla vanessa, che spesso si nutrono delle ortiche
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