Corriere del Trentino

A22, muore un insegnante

L’auto si è schiantata contro un tir. Conducente indagato. La vittima era di Bronzolo

- Tommaso Di Giannanton­io

Ieri all’alba è morto Mirko Bertinazzo, 38 anni. La vittima era sul sedile del passeggero di un auto che si è schiantata contro un tir parcheggia­to in una piazzola dell’A22.

Dietro le montagne si intravedev­a il primo chiarore dell’alba. I due stavano rientrando da una serata trascorsa nel basso Lago di Garda, nel bresciano. Mancavano poco più di trenta minuti per arrivare a Bronzolo, dove Mirko Bertinazzo, 38 anni, viveva con la moglie e i due figli. L’amico, trentunenn­e, l’avrebbe accompagna­to a casa e poi avrebbe proseguito da solo fino a Bolzano. Ma dopo aver superato l’area di servizio Paganella Est, tra il casello di Trento Nord e quello di San Michele all’Adige, qualcosa purtroppo è andato storto. Il trentunenn­e alla guida, all’improvviso, ha perso il controllo dell’auto ed è andato a schiantars­i contro un camion fermo in una piazzola di sosta dell’autostrada del Brennero. L’impatto è stato tremendo: Mirko Bertinazzo è morto praticamen­te sul colpo, mentre l’amico è ancora ricoverato in ospedale, ma fortunatam­ente sarebbe fuori pericolo di vita.

L’incidente è avvenuto alle 4.39 di ieri sulla carreggiat­a nord dell’A22, pochi chilometri dopo l’area di servizio Paganella. I due uomini stavano viaggiando a bordo di una monovolume, una Volkswagen Touran. Un’auto compatta, solida, ma vulnerabil­e come tutte le altre di fronte a uno scontro così violento. Sull’asfalto non sono stati trovati segni di frenata. Il giovane alla guida potrebbe essere stato colpito da un colpo di sonno o forse da un malore. Ha perso totalmente il controllo dell’auto ed è scivolato a velocità neanche troppo elevata verso la parte destra della carreggiat­a. Là dove, parcheggia­to in una piazzola di sosta, c’era un autoartico­lato di una ditta polacca. Il camionista, presumibil­mente, si era fermato a riposare. Tutt’a un tratto ha sentito un botto fortissimo ed è stato svegliato di soprassalt­o. Lui è uscito illeso dall’abitacolo, ma quando è sceso in strada la situazione è apparsa subito critica.

La Touran dei due giovani altoatesin­i si era schiantata contro lo spigolo posteriore sinistro del camion e il sedile lato passeggero era arrivato quasi a toccare il rimorchio. Il muso dell’auto era completame­nte distrutto. Mirko Bertinazzo è rimasto incastrato tra le lamiere dell’abitacolo, mentre l’amico è riuscito a scendere autonomame­nte. Poi alle 4.45, quando erano stati già allertati i sanitari del 118, è arrivata la chiamata di soccorso ai vigili del fuoco volontari

I due amici altoatesin­i avevano trascorso la serata sul Garda, nel bresciano

di Nave San Rocco e San Michele all’Adige. «La parte del conducente era abbastanza libera ma il lato passeggero era diventato un groviglio di lamiere — spiega il comandante dei pompieri di Nave San Rocco, Stefano Ioris, accorso pochi minuti dopo sul luogo dell’incidente insieme alla sua squadra —. L’uomo era rimasto ben incastrato e abbiamo dovuto utilizzare le pinze idrauliche. Non era una delle situazioni migliori, abbiamo impiegato circa una mezzoretta per estrarlo fuori».

Ma una volta liberato dalle lamiere i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del trentotten­ne.

Sul posto nel frattempo erano arrivati i sanitari del 118 con l’automedica e l’ambulanza e gli agenti della polizia stradale di Trento, i quali hanno effettuato i rilievi e raccolto la testimonia­nza del camionista. Nelle prossime ore, non appena le sue condizioni fisiche lo permettera­nno, sarà ascoltato anche il trentunenn­e, che si trova ricoverato in condizioni non critiche all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove, come da prassi, è stato sottoposto all’accertamen­to del tasso alcolemico e all’esame tossicolog­ico per verificare il tasso di alcol nel sangue e l’assunzione o meno di droghe. Al di là dei risultati, l’uomo sarà indagato per omicidio stradale. L’amico, che avrebbe compiuto trentanove anni il 18 agosto, lascia la moglie e i due figli.

La gita

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