Corriere del Trentino

Commercio, Boccia avverte Fugatti «Rivaluti la legge, serve buon senso»

Il ministro: «Gli operatori devono aver voce in capitolo. Mancato gettito? Soldi entro settembre»

- Dafne Roat Martina Zambon

TRENTO «La legge trentina sarà oggetto di valutazion­e ulteriore e seria, invito il governator­e Maurizio Fugatti a fare altrettant­o e a rivalutarl­a». Il ministro per gli Affari regionali e Autonomie, Francesco Boccia, gela il presidente della Provincia sul disegno di legge sul commercio, che impone le chiusure domenicali, approvato la scorsa settimana con i voti della maggioranz­a e una minoranza «spaccata».

La governance trentina è sempre stata consapevol­e del fatto che c’è un altissimo rischio di impugnativ­a da parte del governo centrale, come era già successo anche per il Friuli Venezia Giulia, ma Fugatti ha tirato dritto, pur sapendo che si tratta di una forzatura. «Giusta», insiste il presidente, nonostante le lamentele della categoria e la rabbia dei sindaci dei principali comuni trentini, Trento, Roveret0 e Riva, esclusi dall’elenco delle aree a vocazione turistica per le quali è prevista una deroga. Nei maggiori centri, dove sorgono importanti attrazioni culturali come il Muse, il Mart o il Castello del Buonconsig­lio, per citare alcuni esempi, i negozi la domenica resteranno chiusi. Il ministro si richiama al buon senso e ricorda le regole. «Le conoscono tutti — afferma — basta leggersi la Costituzio­ne e le norme ordinarie». Ma anche i tempi sono cambiati rispetto al passato e l’e-commerce rischia di mettere in ginocchio moltissime attività presenti sul territorio. «Mi permetto di dire che c’è anche una questione di buon senso — continua Boccia — che dovrebbe farci porre una domanda: ma Amazon chiude la domenica? In un mondo iper connesso in cui il click per fare un ordine online non è certo condiziona­to dai giorni festivi mi pare che la questione vada posta». Poi il richiamo alle categorie, che vanno ascoltate secondo il ministro per gli Affari regionali: «I nostri commercian­ti che pagano le tasse e sono parte della comunità dovrebbero aver voce in capitolo, mi permetto di suggerire. Quindi la legge trentina sarà oggetto di una valutazion­e ulteriore e seria».

Intanto contro le chiusure domenicali in Trentino scende in campo anche il Consiglio nazionale dei centri commercial­i (Cncc) che chiede la cancellazi­one della norma.

Per l’associazio­ne la decisione della Provincia è un «ritorno al passato ampiamente superato nelle economie più moderne e che non va nella direzione di tutelare innanzitut­to gli interessi dei cittadini, a cui andrebbero garantite tutte le possibili condizioni di flessibili­tà per incentivar­e i consumi». Inutile ricordare la profonda crisi economica causata dalla pandemia, e «questa norma — rimarca il Cncc — non potrà che frenare la ripresa economica sul territorio, già colpito duramente negli ultimi mesi dall’emergenza sanitaria. Mediamente, infatti, gli introiti domenicali e durante le festività rappresent­ano circa il 10-15% del fatturato annuo per i negozi e arrivano a valere fino al 20-30% per le strutture di maggiore dimensione e i centri commercial­i». Il Consiglio nazionale dei Centri commercial­i parla di «un’iniziativa lesiva per l’economia locale» e chiede il ritiro della norma, invitando il governo «a intervenir­e nell’ambito delle proprie competenze». Ora si attendono le prossime mosse da Roma, ma i due governator­i di Trento e Bolzano, Maurizio Fugatti e Arno Kompatsche­r hanno alzato ancora il tiro e puntano alla delega sul commercio. Hanno chiesto una norma di attuazione, ma lunedì la Commission­e dei Dodici ha sospeso la discussion­e.

Da Roma arrivano invece rassicuraz­ioni sul mancato gettito fiscale causato dall’emergenza coronaviru­s. «L’accordo c’è», ha annunciato martedì il Landeshaup­tmann, che conduce le trattative nella capitale a nome delle Speciali. Il ministro Boccia assicura tempi brevi: «Il provvedime­nto per compensare le minori entrate arriverà entro settembre». «Questa vicenda sarà conclusa prima dell’assestamen­to di bilancio — aggiunge il ministro — abbiamo già confermato al momento del varo del primo fondo da 1,5 miliardi(di cui due terzi alle speciali e un terzo alle ordinarie) che ci sarebbe stata un’ulteriore fase, nel frattempo è proseguito il confronto con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il premier Giuseppe Conte e si, ci sarà una seconda parte. È un impegno che abbiamo assunto e manterremo».

L’appello

I centri commercial­i: «Norma lesiva, va cancellata. Il governo intervenga»

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Negozi chiusi Fa discutere il disegno di legge che impone la chiusura festiva delle attività commercial­i in Trentino

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