Corriere del Trentino

«Vigili del fuoco, il servizio in Trentino è valido»

Concorso nazionale, il Tar annulla la graduatori­a. Accolto il ricorso di un pompiere trentino

- Dafne Roat

TRENTO «L’attività di servizio prestata nei vigili del fuoco in Trentino è equiparabi­le a quelle svolte dal personale volontario del Corpo nazionale».

Lo ha stabilito il Tar del Lazio che ha accolto il ricorso di un vigile del fuoco trentino, difeso dagli avvocati Attilio Carta e Stefano Tomaselli, al quale è stato decurtato il punteggio maturato nel periodo trascorso in prima linea come vigile del fuoco in Trentino finendo nelle ultime fila della graduatori­a del concorso per entrare nel corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Il motivo? Ha pagato l’autonomia del Trentino. Il corpo dei vigili del fuoco trentino dipende infatti dalla Provincia e non dal ministero.

La ratio del concorso era quella di stabilizza­re i volontari «discontinu­i», ossia quei vigili del fuoco che sopperisco­no alle carenze di organico dei permanenti nei vari comandi territoria­li. Già a settembre i giudici amministra­tivi del Lazio avevano «congelato» la graduatori­a accogliend­o la domanda cautelare del vigile del fuoco e ora, con una sentenza pubblicata nei giorni scorsi, hanno annullato i provvedime­nti impugnati. Il Tribunale amministra­tivo ricorda che «l’esistenza dei corpi permanenti provincial­i dei vigili del fuoco istituti presso le Province di Trento e Bolzano è meramente riconducib­ile alla particolar­e autonomia di cui godono tali Province e trova la propria giustifica­zione essenzialm­ente in motivazion­i di carattere storico».

Ma facciamo un piccolo passo indietro. Il vigile del fuoco, 43 anni, aveva iniziato a prestare servizio in Trentino

quando aveva 19 anni, nel 1995, come volontario, poi per un lungo periodo ha lavorato anche a Brescia, come volontario «discontinu­o».

A dicembre 2017 l’uomo aveva presentato formale domanda di partecipaz­ione al concorso indetto dal ministero dell’Interno per la copertura di posti come vigile del fuoco nel corpo nazionale e aveva indicato il periodo di servizio prestato in Trentino, per un totale di 436 giorni più quello a Brescia, altri 453. Tra il primo gennaio 1997 e il 31 dicembre 2011 il vigile del fuoco aveva prestato servizio in Trentino anche come istruttore di base. I requisiti quindi c’erano tutti, ma nel computo del punteggio per la graduatori­a è stato considerat­o solo il periodo di servizio a Brescia, all’uomo sono stati assegnati 6,232 punti slittando nella posizione 5.621. In questo modo le possibilit­à di essere stabilizza­to erano praticamen­te nulle. Ma lui non si è arreso e ha fatto ricorso al Tar. Ma ora la sentenza dei giudici amministra­tivi ha rimescolat­o le carte. Secondo i giudici il periodo di servizio effettuato in Trentino va calcolato, quindi il punteggio raddoppia (in graduatori­a sale al posto 1.074) e così le chance di essere assunto. Il vigile del fuoco ora può sperare nella stabilizza­zione.

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