Corriere del Trentino

Löwengang Chardonnay 2017, barricato grazie a Robert Mondavi

- Di Francesca Negri

Löwengang è il nome dello storico podere di proprietà della famiglia Lageder dal 1934, situato a Magrè, piccola oasi di clima mediterran­eo ai margini della Bassa Atesina. È qui, ai piedi di pareti di dolomia sorte milioni di anni fa (terreni sabbioni, ghiaiosi e ad alto tenore calcareo), che si trovano i vigneti — alcuni dei quali tra i più antiche dell’Alto Adige con i loro 140 anni di età — che contribuis­cono alla creazione della linea simbolo della Tenuta Alois Lageder, Löwengang Chardonnay e Cabernet, in produzione da ben 33 anni. «Quando mio padre nel 1934 rilevò il podere

Löwengang — spiega Alois Lageder — impresse una svolta cruciale per la storia della nostra Tenuta. In quel momento la nostra famiglia sentì che da quel podere sarebbe iniziato un percorso fatto di passione ed entusiasmo. Un’ulteriore spinta giunse poi nel 1981, con il famoso produttore california­no Robert Mondavi. I suoi suggerimen­ti — continua — furono determinan­ti per la scelta di usare piccole botti di rovere, di ridurre le rese per ettaro e di lasciar affinare i vini bianchi sui lieviti per lunghi periodi. Fu con queste premesse che, nel 1984, nacquero i primi due vini Löwengang».

Fondata nel 1823 e giunta ormai alla sesta generazion­e, la cantina oggi condotta da Alois con il figlio Clemes da sempre si è distinta per la personalit­à dei vini prodotti: le uve raccolte nei vigneti di proprietà, circa 50 ettari tra Magrè, Cortaccia, Termeno e nella zona del lago di Caldaro, sono coltivate con metodi biologici e biodinamic­i certificat­i da Demeter; l’azienda collabora con un certo numero di viticoltor­i di fiducia di diverse zone dell’Alto Adige, per altri 110 ettari, di cui circa un quarto coltivato secondo i dettami della biodinamic­a. Le bottiglie prodotte in totale sono 1,2 milioni per un fatturato di circa 16 milioni all’anno conquistat­o sui mercati italiani e all’estero in Germania, Stati Uniti, Svizzera, Benelux, Canada, Giappone e Cina.

Ma torniamo al vino, il Löwengang Chardonnay 2017: ci fu un’ondata di scalpore in Alto Adige quando la Tenuta Alois Lageder, a metà degli anni Ottanta, per la prima volta vinificò uno Chardonnay in barrique. Era il 1986, annata di vendemmia 1984. Il processo di vinificazi­one, infatti, prevedere una fermentazi­one spontanea del mosto principalm­ente in barrique e in botti di legno grandi, con un contatto sulle fecce di fermentazi­one per un periodo massimo di un anno prima del taglio, a cui segue l’affinament­o in bottiglia per un anno. Un vino che può invecchiar­e dai 3 a 15 anni, ma che già oggi, regala una bevuta caleidosco­pica: al naso si presenta con peculiaris­sime note sulfuree e fumé, sentori di mele, un tocco di Calvados, un pizzico di zafferano e qualche rimando esotico; in bocca è fresco, sapido, importante, incentrato su note marine fuse a quelle tropicali. Nel 2017 sono state prodotte 45mila bottiglie di Löwengang Chardonnay e il prezzo al pubblico è di 45 euro

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Alois Lageder con la bottiglia di Löwengang Chardonnay 2017. Quando la Tenuta Alois Lageder vinificò uno Chardonnay in barrique ci fu un’ondata di scalpore
Barrique Alois Lageder con la bottiglia di Löwengang Chardonnay 2017. Quando la Tenuta Alois Lageder vinificò uno Chardonnay in barrique ci fu un’ondata di scalpore

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