Corriere del Trentino

Tra bullismo e fat shaming «Basta. Ogni corpo vale»

La scrittrice Rizzacasa D’Orsogna domenica protagonis­ta a Levico

- di Francesca Visentin

«Non c’è un problema che un farmaco non curi, mamma lo dice sempre. A casa nostra non si parla, si prendono medicine. Così lei mi dà il Dulcolax ogni sera perché sono una bambina grassa. E io non so che legame ci sia tra il Dulcolax e una bambina grassa, visto che non dimagrisco…». Matilde, che ha iniziato a mangiare a più non posso da quando aveva sei anni, è la voce narrante nel libro della giornalist­a e scrittrice Costanza Rizzacasa d’Orsogna

Non superare le dosi consigliat­e

(Guanda). Finzione e realtà s’intreccian­o, il romanzo contiene molte esperienze della vita dell’autrice. E denuncia fat shaming e il dolore di vivere demoliti dallo sguardo e dalle parole degli altri. Temi su cui è in prima linea Costanza Rizzacasa D’Orsogna anche attraverso la sua celebre rubrica «AnyBody» su Sette del

Corriere della Sera. Quando ha raccontato il suo vissuto in «Storia della mia grassezza», proprio nei giorni in cui Filippo Sensi denunciava in Parlamento il bullismo subito come grasso, l’articolo è diventato virale. Costanza Rizzacasa d’Orsogna presenta il libro domenica a Levico Terme, alla sequoia del Parco secolare, all’aperto e con le necessarie misure di sicurezza sanitaria, nell’ambito della rassegna letteraria organizzat­a da La Piccola Libreria di Levico (ore 11).

Matilde, la protagonis­ta del libro, è Costanza?

«Non sono io la protagonis­ta, ma un alter ego. Non è un memoir, ma un romanzo spiega Costanza Rizzacasa d’Orsogna - . Ci sono episodi che mi sono accaduti e c’è il mio rapporto con il cibo, ma la protagonis­ta è un personaggi­o a sé. Il libro è un’opera letteraria, ma è anche la possibilit­à di parlare di questi temi, di sviscerarl­i e denunciarl­i».

Fat shaming, bullismo, cyberbulli­smo: bisogna denunciare?

«Tenersi tutto dentro fa solo male. In più è come dire a chi agisce: hai ragione. Reagire è importanti­ssimo, quando reagiamo zittiamo i bulli».

Qual è il messaggio del romanzo?

«Vorrei fare capire alla gente cosa succede nella vita e nel cuore delle pesone grasse e obese, la discrimina­zione, il dolore, la voglia di chiudersi in casa per non essere osservati, giudicati e commentati. Racconto attraverso Matilde la dipendenza dal cibo, la sofferenza e la discrimina­zione delle persone grasse. Siamo immersi in una società che inculca il mito di corpi tonici e perfetti, c’è molta ferocia nei confronti di chi non è così».

Molte persone si rivolgono a lei e scrivono alla sua rubrica. Quale testimonia­nza l’ha colpita di più?

«Mi ha impression­ato la quantità di uomini che mi scrivono. Questo rompe lo stereotipo che sia un tema e un problema da donne. Tanti uomini soffrono di disturbi alimentari».

Nel libro ci sono episodi crudeli, ha attinto dalla sua vita?

«Per alcuni episodi sì, per altri no. Ad esempio c’è una scena in cui Matilde è in coda in banca e viene avvicinata da un uomo che le dice: “Vedi mia moglie com’è magra? Era obesa e si è operata, perché non lo fai anche tu?” Questo è un fatto che mi è stato raccontato».

La cosa peggiore che le hanno detto?

«Su twitter mi hanno scritto: “I grassi dovrebbero essere tutti rinchiusi ad Auschwitz, da lì nessun è mai uscito obeso”. Ho avuto un periodo in cui restavo chiusa in casa, ogni volta che uscivo la vicina mi metteva le mani sui fianchi per controllar­e quanto fossi ingrassata... una violenza enorme».

Che relazione ha oggi con il suo corpo?

«Penso di essere nel mezzo di un percorso di accettazio­ne. Ho letto e studiato molto per acquisire consapevol­ezza. Ho fatto un percorso culturale e di accettazio­ne. Bisogna imparare a piacersi. questo riguarda grassi e magri. Ogni corpo vale».

Cosa si aspetta dal pubblico del Trentino-Alto Adige?

«Ci sono stata solo una volta da piccola. Non vedo l’ora di arrivare. Io e il mio gatto Milo, che porto sempre con me, siamo impazienti di andare a visitare il lago di Levico».

 ??  ?? La copertina del romanzo di Costanza Rizzacasa D’Orsogna Sopra, l’autrice con il suo gatto Milo, da cui non si separa mai, protagonis­ta di un suo libro precedente Best seller
La copertina del romanzo di Costanza Rizzacasa D’Orsogna Sopra, l’autrice con il suo gatto Milo, da cui non si separa mai, protagonis­ta di un suo libro precedente Best seller

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