Pintarelli e Magnini, due imprese da record
Il perginese Pintarelli sigla il primato delle 13 cime. Magnini «vola» sull’Ortles
TRENTO L’idea è maturata a maggio, durante uno dei primi giri in montagna per tornare a respirare l’aria d’alta quota dopo due mesi di lockdown. Salendo con gli sci da scialpinismo ai quasi 3.700 metri di Punta San Matteo, Gil Pintarelli, noto skyrunner valsuganotto oggi residente in val di Rabbi, ha abbracciato con lo sguardo le vette circostanti. E ha deciso di provare a battere il primato di attraversata delle 13 cime del gruppo dell’Ortles-Cevedale, sul confine tra Trentino e Lombardia. Un percorso a fil di cresta tra neve, roccia e ghiacciai per gambe allenate: in totale, 37 chilometri e quattromila metri di dislivello positivo su vette tutte al di sopra dei 3.400 metri di quota. Un obiettivo ambizioso, che Pintarelli — insieme al bergamasco William Boffelli — ha portato a termine tra mercoledì e giovedì, in 7 ore e 50 minuti, polverizzando il precedente record degli atleti valtellinesi Robert Antonioli e Stefano Confortola.
Ma Pintarelli non è l’unico atleta trentino ad aver deciso di trasformare questo inizio 2020 necessariamente orfano di gare nell’anno dei record: in queste ore infatti il nazionale di scialpinismo Davide
Magnini ha ritoccato il primato di salita e discesa dall’Ortles, strappandolo al campione di corsa in montagna Marco De Gasperi.
«A maggio — ricostruisce l’impresa Pintarelli —, quando sono salito sul San Matteo, mi sono detto che sarebbe stato bellissimo correre su quelle vette e tentare la traversata delle 13 cime». Pizzo Tresero, punta Pedranzini, cima Dosegù, San Matteo, monte Giumella, punta Cadini, Rocca Santa Caterina, cima di Pejo, punta Taviela, monte Vioz, Palon de la Mare, monte Rosole e «sua maestà» il Cevedale, a 3.769 metri: una traversata affascinante e impegnativa tra i luoghi della Grande Guerra, che lo skyrunner perginese ha voluto affrontare insieme al compagno di squadra (Team Crazy Idea) Boffelli. «Abbiamo provato il percorso qualche giorno prima — prosegue l’atleta — in condizioni molto difficili. Abbiamo deciso quindi di sfruttare le basse temperature dei giorni scorsi, che ci hanno garantito neve dura, per tentare l’avventura». E la valutazione è stata azzeccata: «Abbiamo trovato una giornata fantastica e condizioni molto buone» spiega Pintarelli. I due, in sostanza, sono partiti all’una e mezza di notte dalla piazza centrale di Santa Caterina Valfurva, puntando verso pizzo Tresero per iniziare la lunga giornata in quota che si è conclusa nella stessa piazza di partenza. «È solo sport, è solo un gioco, non serve a nulla... Ma a noi piace così» ha scritto su Facebook il perginese. La cui impresa ha già stuzzicato l’interesse di altri atleti degli sport di resistenza, pronti a rilanciare la sfida in una sorta di competizione a distanza e, soprattutto, su terreni decisamente tecnici.
Con questo spirito è nato anche il primato di Magnini. Che pochi giorni dopo aver visto sfumare il tentativo di record sullo Stelvio, ha rilanciato sfidando il campione bormino Marco De Gasperi. Terreno «di gioco», la salita e discesa dall’Ortles, 17 chilometri per 2.150 metri di dislivello positivo. Conclusi dal portavoce dell’esercito in poco meno di due ore e venti minuti (il precedente primato era di due ore e 26 minuti).
E in attesa di rimettere il pettorale (anche se la prima gara, in Trentino, è già in archivio: il vertical San Floriano a Verla), ora si attendono i nuovi tentativi.