Commercio, Fugatti sfida Boccia
Gli imprenditori trentini: «Legge illogica». Ma quelli altoatesini: bravo, Kompatscher si adegui
Mentre l’associazione che riunisce le categorie economiche dell’Alto Adige promuove l’iniziativa di Fugatti e suggerisce di estenderla a nord di Salorno, gli imprenditori trentini stroncano la legge che disciplina le chiusure domenicali dei negozi. «È una legge illogica per l’economia», dice Marco Segatta a nome di tutte le associazioni. Ma Fugatti difende la sua norma e al ministro Boccia chiarisce la volontà di non rivederla: «Noi andiamo avanti».
Il documento è stato presentato ieri in prima commissione. Il coordinamento trentino degli imprenditori ha messo nero su bianco la posizione unitaria delle categorie associate a proposito di chiusura domenicale dei negozi. L’esito è una posizione
tranchant: «La norma è illogica e rischia di creare una depressione della domanda con conseguente calo dei posti di lavoro», rimarca Marco Segatta, presidente dell’associazione che riunisce Confindustria, artigiani, albergatori, Confesercenti, Confcommercio, Cooperazione. Una posizione diversa rispetto al coordinamento altoatesino degli imprenditori — Südtiroler Wirtschaftsring – Economia Alto Adige — che in una nota chiede a Bolzano di seguire Trento («La domenica è un giorno di riposo e offre tempo per la società e la famiglia»). Un assist per il governatore Maurizio Fugatti che, a leggere le parole dei ministro Francesco Boccia pronto a impugnare la legge («Stiamo valutando, il governatore riveda la sua posizione») non si preoccupa: «Sappiamo che il rischio impugnativa c’è, ma andiamo avanti perché autonomia è anche coraggio di occupare nuovi spazi per ampliare le nostre competenze».
L’oggetto del contendere è la legge provinciale approvata dieci giorni fa e già in vigore da domenica scorsa. Il testo, voluto dal governatore, prevede la chiusura domenicale dei negozi, alimentari e non. Sono esclusi dal dispositivo i Comuni turistici — Trento, Pergine e Rovereto non lo sono — e in ogni caso ai municipi sono consentite diciotto deroghe annuali. Una legge che si spinge in un campo rischioso, di competenza nazionale. Tant’è che già in passato analoghe norme (come in Friuli Venezia Giulia) sono state impugnate. Di qui l’avvertimento del ministro Boccia: «Le leggi sono uguali per tutti e basta consultare la Costituzione — ha detto ieri al Corriere del Trentino — Sulla legge stiamo facendo delle valutazioni».
«Vediamo cosa deciderà di fare il governo — riflette il presidente Maurizio Fugatti — sappiamo che ci siamo mossi lungo un crinale difficile, ma l’Autonomia deve cercare degli spazi legislativi inediti, assumendosi con coraggio la responsabilità di allargare le proprie competenze». L’impugnativa — se tale sarà — non frena il presidente che non accoglie l’invito del ministro a mettere mano alla sua legge: «Vediamo come andrà a finire, ma noi andiamo avanti perché siamo convinti di aver fatto la scelta giusta». Fugatti poi riflette sugli annunci romani degli ultimi tempi: ricorsi annunciati poi rimasti incompiuti. «È stato così per la norma che introduce i dieci anni di residenza per accedere alle case di Itea — dice — Se ci fossimo fermati non avremmo nemmeno aperto le scuole materne dopo Covid e, ad oggi, siamo gli unici ad averlo fatto».
Oltre al destino della norma c’è anche il percorso in commissione dei Dodici, insieme alla Provincia di Bolzano, per avere piena competenza in tema di commercio, arrivando a una norma di attuazione. Qui i tempi, considerata la legge di Trento che rischia l’impugnativa, si sono allungati. E anche per questo da Bolzano c’è chi chiede d’intervenire subito, seguendo Piazza Dante: sono gli imprenditori. «Gli ultimi mesi ci hanno dimostrato che, nonostante i negozi siano stati costretti a tenere chiuso la domenica, siamo stati forniti comunque di tutto ciò che ci serve. Una giornata di riposo crea spazio, mette al centro i nostri valori e offre tempo per la società e la famiglia», afferma Hannes Mussak,presidente del Südtiroler Wirtschaftsring – Economia Alto Adige. Mussak chiede così «l’emanazione di una normativa provinciale autonoma».
Un assist a Fugatti diametralmente opposto rispetto alle categorie economiche trentine. Ieri il coordinamento imprenditori ha presentato un documento che contiene un pacchetto di suggerimenti per l’assestamento di bilancio che presto guadagnerà l’Aula. Ma nel testo le categorie, all’unisono, hanno voluto inserire un passaggio sulla legge che chiude i negozi di domenica. «La legge sulle chiusure risulta economicamente illogica — scrivono le categorie — perché provocherà una depressione della domanda con conseguente perdita di posti di lavoro e fuga dei consumatori verso Bolzano e Veneto». «In poche parole — sintetizza il presidente Marco Segatta — siamo molto critici». Per più di una ragione. La prima riguarda la tesi della giunta secondo la quale riducendo la possibilità di acquistare su sei giorni anziché su sette non ci sarebbe un calo del fatturato, bensì un trasferimento della clientela nei giorni feriali. «Eppure — prosegue Segatta — durante il lockdown s’è verificato un aumento del 41,7% del commercio elettronico, segno che in assenza di negozi fisici le persone scelgono l’online». Detta altrimenti: clienti persi. «Più in generale — conclude Segatta — contestiamo la suddivisione del Trentino in distretti turistici perché l’intero territorio è ad alta intensità e l’offerta dev’essere la medesima ovunque, senza confini amministrativi».
La sfida
Il governatore replica al ministro Boccia: «Noi andiamo avanti, siamo nel giusto»