Possono aprire 198 Coop. Anche a Trento e Pergine
Failoni invia la circolare esplicativa: chi vende speck, canederli e polenta di Storo non chiude
TRENTO La circolare esplicativa è stata recapitata ieri mattina a tutti i Comuni (oltre alle categorie economiche). Dopo l’approvazione in volata e un primo weekend di chiusura, segnato dai dubbi applicativi, l’assessore al commercio Roberto Failoni ha spiegato come si articola la legge, chi può rimanere aperto e come si fissano le 18 deroghe annuali (9 quelle da qui a dicembre consentite). Morale: sono esenti dalle chiusure i multiservizi. Chi sono? Precisamente 198 famiglie cooperative in tutto il Trentino anche a Trento e Rovereto. Nel capoluogo sarà quindi chiusa la Coop Superstore, ma potranno lavorare otto Famiglie cooperative (ad Aldeno, Povo, Bondone). Nove anche a Pergine.
«Con questa circolare rispondiamo alle numerose richieste di chiarimento che ci sono pervenute in questi primi giorni di applicazione della legge» ha esordito ieri l’assessore Failoni. Tre i temi principali che la giunta ha voluto declinare meglio. Il primo: sono ammesse aperture domenicali e festive in occasione di eventi o manifestazioni (come le sagre di paese), con una distinzione in base alla dimensione del Comune. Secondo tema: i negozi multiservizi possono restare aperti. Terzo tema: i centri commerciali al dettaglio restano chiusi se non sono in Comuni turistici, anche se al loro interno ci sono negozi che in linea teorica potrebbero alzare le serrande.
Poste queste premesse, ai Comuni non resta che definire il calendario delle aperture consentite. Per l’anno in corso, applicando un principio di proporzionalità, i Comuni che non risultano tra quelli ad elevata intensità turistica avranno la facoltà di individuare un massimo di 9 domeniche o festività nelle quali consentire le aperture in quelle giornate che registrano un alto numero di visitatori e turisti richiamati dallo svolgimento di un particolare evento o manifestazioni. «Può essere il caso dei mercatini di Natale che si svolgono ormai tradizionalmente in alcuni Comuni della nostra Provincia, oppure manifestazioni enogastronomiche, sagre o fiere», spiega Failoni. Ma come funziona? La programmazione delle giornate di deroga viene effettuata dal singolo Comune, previo parere delle associazioni dei consumatori riconosciute a livello locale, delle associazioni datoriali del commercio e delle organizzazioni sindacali.
Ciò detto ci sono categorie di negozi che possono aprire sempre al di là del Comune: i negozi che offrono gastronomia trentina, come speck, canederli o polenta di Storo. Sono esonerati dalle chiusure anche i multiservizi. Nella circolare Failoni ha allegato l’elenco preciso delle attività, per evitare fraintendimenti. Sono 198 i negozi interessati dalla deroga e sono principalmente famiglie cooperative.
«Questo è già un passo avanti, specie per alcuni territori come la val di Cembra — riflette Roberto Simoni, presidente di Sait — Questi punti vendita sono testimonianza
Simoni (Sait) Questo è un passo avanti ma per il capoluogo resta ancora il problema. A fine estate valuteremo ricadute su bilanci e lavoratori
della comunità e chiuderli, in alcuni territori, provocherebbe danni irreparabili perché al di là dell’angolatura scelta il tema è il medesimo: senza le domeniche manca incasso».
Un miglioramento, dunque, ma per Simoni il nodo irrisolto resta tale e quale: «Non viene risolto per esempio il problema del Superstore di Trento — dice ricordando la chiusura del grande punto vendita a marchio Coop — A bilanci consolidati faremo le nostre valutazioni per capire le ricadute sul fatturato e sull’occupazione». Un’estate per fare i conti, con una premessa laconica: «Nella migliore delle ipotesi nei giorni feriali si recupera il 20% dell’incasso perso la domenica».