Botte e minacce per otto anni Lei nega, la mamma denuncia
Nei guai un giovane: vi faccio fuori tutte e due
Otto anni di inferno. Botte e minacce. È la storia agghiacciante di una trentina maltrattata per anni dal suo convivente, un trentenne di origini straniere. La donna ha cercato di nascondere le violenze e i lividi anche ai colleghi di lavoro, ma la madre, dopo esere stata minacciata dall’uomo, ha chiesto aiuto ai carabinieri. Un anno fa il Tribunale ha allontanato il giovane e venerdì è stato condannato a 2 anni e 3 mesi per maltrattamenti. La ragazza ha sempre negato gli episodi di violenza.
TRENTO Per anni ha cercato di nascondere il dolore dietro a un sorriso di circostanza. I lividi mascherati dal trucco pesante. Gli strati di fondotinta per nascondere i segni sul volto e le mille scuse inventate quando la collega le chiedeva cosa era successo. «Sono caduta». E ancora: «Sono scivolata e ho battuto la testa».
Ogni volta c’era una scusa nuova. Lei, che ha sempre negato le botte e le violenze, ha tentato di nascondere il dolore, le minacce e i continui maltrattamenti, anche alla mamma, continua a difenderlo. E ha continuato farlo anche davanti ai carabinieri. Paura, pudore, o forse, semplicemente, il desiderio inconscio di immaginare una realtà diversa, di salvare un rapporto fragile, di credere nell’amore del suo compagno, quell’uomo che diceva di amarla, ma continuava a picchiarla.
Otto anni sono lunghi, ma la ragazza ha sempre stretto i denti, cercando di dimenticare e di nascondere a tutti quello che accadeva tra le mura domestiche.
Ma la mamma e le colleghe di lavoro avevano capito e quando alla madre della ragazza è arrivato un messaggio minaccioso inviato dal compagno della figlia ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. «Vi faccio fuori tutte e due», aveva scritto il giovane, un trentenne di origini straniere. Da qui è partita l’indagine dei carabinieri che ha svelato l’agghiacciante storia di maltrattamenti. La giovane trentina aveva conosciuto il trentenne oltre otto anni fa, si erano innamorati e dopo qualche tempo hanno deciso di andare a vivere insieme in una casa in Rotaliana. Ma l’uomo quasi subito avrebbe mostrato un carattere irascibile e violento. Lei lo ha sempre perdonato cercando di nascondere a se stessa e agli altri quegli scatti di rabbia che finivano quasi sempre con un accesso al pronto soccorso. Secondo quanto ricostruito dalla pm Patrizia Foiera in più occasioni la ragazza si sarebbe fatta medicare al pronto soccorso. La mamma della giovane, disperata e preoccupata, si è rivolta ai carabinieri per tentare di sottrarre la figlia dalla violenza del convivente.
Il giovane è stato prima ammonito dal questore, poi, circa un anno fa, è stato raggiunto da un provvedimento di divieto di avvicinamento all’ex convivente del Tribunale. Il trentenne è stato denunciato per maltrattamenti e venerdì si è aperta l’udienza preliminare davanti al gup Enrico Borrelli. Il giudice lo ha condannato in rito abbreviato a due anni e tre mesi di reclusione per maltrattamenti.