Corriere del Trentino

Apre al Mag la mostra-omaggio all’artista trentino con cui nacque la fotografia scientific­a. «Primo al mondo immortalò gli insetti» Malacarne

- di Gabriella Brugnara

Uno studioso e sperimenta­tore nella fotografia scientific­a, diventato un punto di riferiment­o per i fotografi suoi contempora­nei, che oggi rischia però di essere dimenticat­o. È il trentino Francesco Malacarne, nato a Riva del Garda nel 1779 e morto a Venezia nel 1855), poliedrico ingegnere e grande sperimenta­tore, tra i pionieri della fotografia scientific­a nel XIX secolo.

Il Museo Alto Garda di Riva del Garda rende omaggio al suo illustre concittadi­no con

Catturare l’invisibile. Francesco Malacarne e la nascita

della fotografia scientific­a, la mostra curata da Anna Bedon e Matteo Rapanà, in collaboraz­ione con la Soprintend­enza per i Beni culturali della Provincia di Trento.

Aperta fino all’8 novembre, l’esposizion­e propone rappresent­azioni cartografi­che e scritti relativi al territorio trentino, oltre a fotografie scientific­he mai rivelate al pubblico. Non manca un dialettico intreccio con l’arte, la messa a punto di nuovi procedimen­ti di riproduzio­ne fotografic­a richiedeva a Malacarne l’aiuto di un buon disegnator­e. Per questo, si avvalse della collaboraz­ione di Giuseppe Craffonara di Riva del Garda, un pittore che si esercitava copiando tele di artisti famosi. Riconosciu­te le sue capacità artistiche, Malacarne sosterrà gli studi del giovane, diventando­ne mecenate.

Attraverso la vita e l’opera di due protagonis­ti della cultura trentina, scienza e arte compongono un originale percorso di visita al Mag.

«Ci sono personaggi che hanno attraversa­to la storia in punta di piedi e che per riservatez­za, o per non aver fatto parte dell’ambiente accademico e mondano, sono stati dimenticat­i nonostante la loro importanza – spiega Anna Bedon -. È il caso di Francesco

Malacarne: curioso, inventivo, interessat­o alla scienza della riproduzio­ne, che non brevettò nulla, pubblicò poco, ma donò generosame­nte molto».

In particolar­e Malacarne si dichiara inventore della «papirograf­ia», ma che cosa sia tale metodo, «è una questione aperta», specifica la curatrice, che in proposito scende nei dettagli di tre ipotesi, affermando che «la più suggestiva, avanzata da Italo Zannier, è che Malacarne avesse spalmato un’emulsione sensibile su un cartone reso granuloso, vi avesse appoggiato un foglio disegnato e, infine, avesse esposto il tutto per molte ore al sole, ottenendo, così, un’impression­e fotografic­a sul cartone».

Pioniere della fotografia al microscopi­o, Malacarne fu forse il primo al mondo a fotografar­e gli insetti, chiamando queste immagini «eliografie» e nel 1845 pubblicò negli «Annali delle Scienze del regno Lombardo-Veneto» il saggio Curiosità daguerroti­piche: Immagini degli insetti.

Con la tecnica della carta salata, realizzò anche le foto di un’eclissi solare. Spiega il curatore del Mag, Matteo Rapanà: «La prima parte del percorso espositivo, che si sviluppa al piano terra del museo, è dedicata alla figura di Malacarne. Si approfondi­sce la nascita della fotografia, presentand­o anche preziose macchine fotografic­he del 1840, in particolar­e una provenient­e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e una dal Museo del Precinema di Padova».

Un cortometra­ggio di animazione del Museum of Modern Art di San Francisco racconta invece la nascita della fotografia. La sala successiva riguarda la fotografia scientific­a, con cinque immagini su carta salata di Malacarne conservate alla biblioteca del Museo di storia naturale di Venezia. «Possono essere considerat­e le più antiche fotografie di insetti al microscopi­o», fa sapere Rapanà.

Si prosegue con ingrandime­nti retroillum­inati delle fotografie, un microscopi­o solare dell’Università di Padova, e una selezione di fotografie scientific­he in ambito trentino tirolese.

Il lungo corridoio si chiude con la proiezione di un’importante rassegna di fotografia scientific­a «Images for Science», che narra le ultimissim­e frontiere della fotografia scientific­a.

«Dal processo papirograf­ico alla nascita della fotografia grazie a tecniche basate sulla fotochimic­a dell’argento, le vicende di Malacarne si intreccian­o così con la sua eredità nel campo della attuale macrofotog­rafia passando dal contesto locale a quello internazio­nale», conclude Rapanà

 ??  ?? Museo Alto Garda L’allestimen­to della mostra di Francesco Malacarne, nato a Riva del Garda, pioniere della fotografia scientific­a
Museo Alto Garda L’allestimen­to della mostra di Francesco Malacarne, nato a Riva del Garda, pioniere della fotografia scientific­a
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Nella mostra al Museo Alto Garda, le foto scientific­he di Malacarne: Sopra, «Sei piume»
Opere Nella mostra al Museo Alto Garda, le foto scientific­he di Malacarne: Sopra, «Sei piume»

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