Corriere del Trentino

A22, Trento per la proroga «Pressing su Bruxelles»

Il governator­e: pressing sul commissari­o Ue

- Montanari

La risolutezz­a della ministra De Micheli non fa cambiare idea al presidente Maurizio Fugatti. Il governator­e insiste sull’ipotesi di una proroga decennale della concession­e di A22. «La ministra provi con Bruxelles e la chieda con convinzion­e».

TRENTO Il diktat della De Micheli era stato chiaro: valutata poco percorribi­le l’opzione della proroga decennale della concession­e della A22, meglio procedere decisi con la liquidazio­ne dei soci privati, creando una società totalmente in house. Eppure, neanche dinnanzi alla risolutezz­a della ministra il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, si mostra disposto a un passo indietro. Prende tempo di fronte a un‘impostazio­ne che non lo convince. «L’indicazion­e data all’unanimità dai soci è di perseguire lungo due assi: da una parte c’è l’ipotesi del riscatto, dall’altra l‘opzione di andare in Europa a chiedere la proroga della concessone — ribadisce — Questo è il mandato. Conoscendo la ministra De Micheli, sono sicuro che andrà comunque a Bruxelles a lavorare per ottenere la proroga».

Almeno dai primi confronti riservati, esternati in una dichiarazi­one qualche giorno fa dalla ministra, emergerebb­e però un muro totale da parte di Bruxelles rispetto alla possibilit­à, auspicata dai soci privati e sposata dallo stesso governator­e trentino a fianco dei soci del sud, di richiedere un ulteriore arco decennale mantenendo l’attuale assetto societario. Non è d’aiuto il fatto che la proroga si estenda già da sei anni a questa parte. Il fronte opposto — battuto da De Micheli

e suggerito dal Landeshaup­tmann Arno Kompatsche­r — permettere­bbe sì di liquidare i soci privati, che detengono il 14% delle quote di Autobrenne­ro, con norma ad hoc che lascerebbe fuori dalla valutazion­e il fondo ferrovia. Al tempo stesso, però, renderebbe concreto il rischio di un’azione legale da parte dei soci lasciati fuori.

Così il presidente trentino resta in attesa del giudizio dell’Ue. Il termine ultimo concesso è il 29 dicembre. «Tutti sarebbero soddisfatt­i dall’approvazio­ne di una proroga, anche lo stesso Kompatcher», taglia corto Fugatti. A dire il vero, il presidente dell’Alto Adige non ha mai nascosto di preferire la strada della liquidazio­ne dei privati, ritenuta la più rapida per sbloccare la situazione e avviare un piano di investimen­ti. «Che sia difficile ottenerla è un dato di fatto — precisa Fugatti —. Chiediamo alla ministra di provare, ufficialme­nte e con convinzion­e, a richiedere la proroga a livello europeo. Poi, se arriverà il no di del commissari­o europeo agli affari economici Paolo Gentiloni, ci muoveremo diversamen­te». Dal vis-à-vis a Bruxelles, i governator­i delle province autonome si attendono esiti diversi. Il disallinea­mento non pare superato.

La ministra provi con convinzion­e ad ottenere a Bruxelles una proroga decennale. Se la risposta sarà no, allora seguiremo la via del riscatto

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Presidenti Kompatsche­r e Fugatti
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