Corriere del Trentino

SUAREZ E I CITTADINI COMUNI

- Di Dorothy Zinn

Mi capita periodicam­en te di commentare delle vicende in odore di «raccomanda­zione», visto che mi sono occupata del tema di clientelis­mo nel corso delle mie ricerche. L’ultimo caso della serie è l’attuale affaire Suarez: è sotto gli occhi di tutti come, in tempi velocissim­i, al calciatore uruguayano Luis Suarez è stato somministr­ato un esame di lingua italiana Livello B1. L’esito positivo del test avrebbe costituito un tassello fondamenta­le per una rapida concession­e della cittadinan­za italiana, in vista di un eventuale suo approdo alla Juventus. Lascio che la magistratu­ra faccia il suo lavoro, deciderà se ci sono effettivam­ente delle irregolari­tà o meno, e se ce ne sono, se sono riconducib­ili ad azioni che configuran­o dei reati. In fondo non sono affatto rari nel mondo dello sport i cambi di casacca facilitati con la concession­e della cittadinan­za. Penso, per citarne uno, alla coppia vincitrice dell’oro olimpico nel pattinaggi­o su ghiaccio a Pyeong Chang 2018, la exucraina Aliona Savchenko e l’ex-francese Bruno Massot, che gareggiava­no sotto la bandiera tedesca. Mi chiedo se il caso di Suarez non sia stato messo sotto la lente di ingrandime­nto perché, a differenza del contesto di una squadra nazionale — che raccoglie più o meno dei consensi — il mondo rissoso della tifoseria dei club non ha sopportato l’idea di un tale vantaggio sleale per la Juve.

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