«Weibrations» la voce e l’ingegno di pittrici e scultrici
«Vorrei che una mostra come questa riuscisse a mettere la pulce nell’orecchio agli spettatori per ché si chiedano, ogni tanto: “e le donne? In quel periodo storico cos’hanno fatto?. Anche solo riuscire a insinuare un retropensiero simile sarebbe tanto». Con questo intento Verena Oberparleiter, curatrice dell’esposizione temporanea Weibration della Collezione Eccel Kreuzer, introduce i visitatori al nuovo percorso tutto al femminile di via Argentieri, a Bolzano. Un’accurata selezione di dodici artiste che si confondevano nell’inestimabile collezione privata che Josef
Kreuzer ha lasciato in eredità alla Provincia: 1.500 opere di 250 artisti e 50 artiste, maniacalmente archiviate, che occupano due palazzi da cinque piani, tra loro collegati in un unico immenso museo. Da Julia Bornefeld a Gina Klaber Thusek, da Margareth Dorigatti a Hilde Goldschmidt, da Berty Skuber a Karin Welponer, dodici donne protagoniste della scena artistica del ventesimo secolo sono state scelte per occupare le sale del piano terra dedicate alle mostre temporanee. «Tutte hanno contribuito a loro modo, nel loro tempo a fare sfumare i confini che esistevano nel settore dell’arte dominato fino alla prima metà del ventesimo secolo dagli uomini prosegue la curatrice -. Hanno lasciato un’impronta significativa su quello che percepiamo come “arte buona” e se ci sono ancora molti passi da fare nell’emancipazione artistica, tanto è già stato fatto».
Quella che rimarrà allestita fino al prossimo 8 marzo, festa della donna, si apre con gli affreschi di May Hofer. La prima opera che il visitatore incontra è l’arazzo La creazione del mondo, mentre lo sguardo coglie subito, in fondo al corridoio, le Lumache a passeggio e in una sala laterale è appesa La tempesta. «Il suo è un nome molto presente nella collezione - spiega la curatrice - May Hofer ha lasciato opere molto colorate, positive, poetiche. Anche di Maria Delago la collezione Kreuzer vanta parecchi lavori ma i più belli sono fissi ai piani alti del museo: l’invito agli spetttori è di non perdersi il Paradiso, mentre qui esponiamo solo tre sue piccole sculture La bolzanina, I Re Magi e Flautista, per le quali in Alto Adige è molto nota».
Tra le opere più affascinanti, la scultura dorata rotante di Sissa Micheli: una Città dei bugiardi composta da coni gelato di ceramica in un insieme scintillante che ricorda un agglomerato urbano. «È un’opera che gira, si trasforma, cambia la prospettiva chiarisce Verena Oberparleiter -. Siamo invitati a guardare il mondo intorno a noi, perchè da qualsiasi prospettiva fissa abbiamo sempre punti ciechi. Un museo deve presentare in modo contemporaneo lavori non contemporanei, rivalutando il passato e traendo spunti per il futuro».