La cura dell’orto in autunno È questo il momento migliore per occuparsi del terreno
Il signor Giuliano mi spediva in marzo un messaggio che ho scoperto ieri nella casella dello spam: mi scuso per non avergli risposto. Scriveva così: «Posseggo un orto ben esposto che mi da ottimi raccolti; l’unica difficoltà è che in estate il terreno diventa molto duro da lavorare e si riempie nel giro di pochi giorni di erbacce, graminacee e di altri tipi, mi sembrano piante grasse. Se tento di estirparle, le radici rimangono nel terreno e nel giro di poco tempo ricrescono come prima.
Non mi piace l’idea di ricorrere ai diserbanti, allora pensavo di apportare all’orto del letame pellettato, che dite, faccio bene?».
Ho da dire al signor Giuliano che l’autunno è il momento migliore per occuparsi del terreno, per migliorarlo, per renderlo soffice e permeabile e per liberarsi contemporaneamente delle erbacce.
Ripulisca dunque, per iniziare, l’orto dalle piante rimaste, sminuzzando i resti direttamente sopra le aiuole. Copra la terra delle aiuole con uno strato di foglie alto tre dita; che sia fogliame che si decompone velocemente, di ciliegi, cachi, prugni, tigli – raccolto lontano da strade.
Lo strato di foglie impedirà al terreno di asciugarsi, permettendo ai microorganismi di sopravvivere. Alcune palate di sabbia sulle foglie renderanno difficile ai merli e al vento di spostarle durante l’inverno. Alleggeriscono poi anche il terreno cretoso. In alternativa, usi teli di tessuto trasparenti, la pioggia e la neve devono poter bagnare il terreno.
Durante tutto l’inverno lombrichi, funghi e microorganismi lavoreranno, decomponendo, triturando, digerendo, espellendo…così la terra vive, e solo una terra viva produce verdura sana. In primavera con un rastrello e una mano leggera tolga il sottile strato di foglie rimasto. Non vanghi; con una forca a denti larghi smuova il terreno, per non disturbare i microrganismi che si trovano nei venti centimetri di terra superficiali.
Vangando, li caccerebbe in profondità, facendoli morire. La sabbia e le foglie decomposte avranno lasciato morbido il terreno. In marzo, sulle aiuole, si sparge poi del compost maturo – ne bastano due, tre centimetri. La procedura va ripetuta anno dopo anno, naturalmente. Solo ogni tre, quattro anni, in autunno, può rivoltare il terreno, quando sparge concime organico (anche pellettato, basta che sia biologico).
In primavera si procuri fieno o paglia. Ricopra leggermente con questi materiali le aiuole rastrellate. Per piantare, basta spostare un poco il fieno. Per seminare, si semina sul terriccio nudo e poi si ricopre appena con questo materiale organico. La terra non deve mai restare scoperta.
Le erbacce soffocano sotto la pacciamatura; va rinnovata per tutta l’estate. La terra migliorerà, ammorbidendosi visibilmente di anno in anno.