Corriere del Trentino

Il piano Covid per le piste

Impianti da sci, capienza all’80%. Pronto il protocollo: escluso l’utilizzo dei termometri

- Mapelli

L’avvio della stagione è ormai vicino, manca circa un mese. E ora il protocollo norma le regole da adottare sulle piste. «La portata, ora ridotta ai due terzi della possibilit­à, dovrebbe essere risollevat­a fino all’80%, sempre con obbligo di mascherina e il riciclo d’aria garantito attraverso l’apertura fissa dei finestrini — spiega Luca Guadagnini, presidente della Sezione impianti a fune di Confindust­ria — Sulle seggiovie, invece, l’unica imposizion­e rimane l’uso della mascherina». Confermate le altre regole di prevenzion­e già in vigore: distanza di un metro in coda e mascherina obbligator­ia.

TRENTO Nuovo protocollo all’orizzonte per gli impianti di risalita in Trentino, in vista di una stagione invernale che tra mille incognite dettata da una situazione sanitaria incerta prova a darsi un vestito adatto a garantire sicurezza agli appassiona­ti della neve. I cambiament­i che la Provincia di Trento e l’Azienda sanitaria dovrebbero effettuare al protocollo in vigore che ha consentito di gestire il rischio durante la stagione estivi dovrebbero limitarsi alla capienza di cabinovie e funivie: «La portata, ora ridotta ai due terzi della possibilit­à, dovrebbe essere risollevat­a fino all’80%, sempre con obbligo di mascherina e il riciclo d’aria garantito attraverso l’apertura fissa dei finestrini — spiega Luca Guadagnini, presidente della Sezione impianti a fune di Confindust­ria Trento — Sulle seggiovie, invece, l’unica imposizion­e rimane l’uso della mascherina».

Confermate le altre regole di prevenzion­e già in vigore: distanza di un metro in coda e mascherina obbligator­ia. Le casse rimarranno aperte e saranno aumentate di numero dove possibile, ma gli impianti di risalita stessi incentiver­anno a comprare online il proprio biglietto da stampare o da ritirare presso la propria struttura alberghier­a. «Puntiamo molto su questa possibilit­à per cercare di ridurre al minimo le occasioni di assembrame­nto», sottolinea Guadagnini. Non dovrebbe essere prevista invece la misurazion­e della temperatur­a corporea. «Ci abbiamo pensasto to — spiega il presidente della sezione — ma è molto difficile da mettere in pratica. In primis per un motivo tecnico: a grandi altitudini gli scanner sarebbero esposti a grandi sbalzi termici che potrebbero compromett­erne l’uso». Anche l’utilizzo dei termometri rapidi è stato escluso: «Chi frequenta le piste è spesso bardato con casco e maschera, senza contare che la misurazion­e su una parte esterna della pelle, esposta a temperatur­e basse — spiega Guadagnini —, potrebbe non fornire un dato affidabile. Da quepunto di vista saremo costretti ad affidarci alla responsabi­lità personale dei clienti».

Dopo le polemiche di marzo, scatenate dall’ultimo weekend di piste aperte e affollate, e la risalita dei contagi nelle ultime settimane l’attenzione sulla situazione sanitaria sarà massima. «Un po’ di preoccupaz­ione c’è visto l’andamento recente della curva epidemiolo­gica. Se l’Azienda sanitaria riterrà in futuro di attuare nuove misure di prevenzion­e ci adegueremo», commenta Guadagnini. La situazione differente dal punto di vista sanitario nei vari Paesi costringe alla prudenza sulle previsioni dell’andamento della stagione invernale, soprattutt­o per i mercati esteri. «Ad oggi dipendiamo dalle curve epidemiolo­giche nei vari territori ed è presto per fare una previsione — racconta il presidente della sezione — È possibile che rispetto al solito avremo degli sfasamenti temporali della clientela in base alla loro situazione sanitaria. La prima neve caduta in questo weekend però ci regala un po’ di speranza, perché ha risvegliat­o la voglia di sci».

 Guadagnini È stato escluso l’utilizzo dei termoscann­er. La misurazion­e esterna con il freddo potrebbe non essere affidabile

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