Corriere del Trentino

A22, De Micheli convoca i soci pubblici

Lunedì verso l’aut aut per società in house. Ancora da chiarire il nodo della governance

- Margherita Montanari

Lunedì i soci pubblici di A22 si confronter­anno con la ministra De Micheli sul rovello della concession­e. La ministra, che spinge per la società in house, ribadirà il diktat: o quella o la gara.

TRENTO Al Ministero infrastrut­ture e trasporti (Mit) i tempi sembrano maturi per arrivare a una soluzione sulla concession­e A22. E non a una soluzione qualsiasi. La ministra Paola De Micheli ha convocato a Roma, nella giornata di lunedì, i soci pubblici di Autobrenne­ro per far convergere definitiva­mente le parti verso l’opzione di una concession­e trentennal­e a una nuova società in house. O quella oppure la gara europea. Una soluzione, la seconda, dimostrata­si l’unica in grado di mettere d’accordo: nel senso che tutti i soci, da Modena

al Brennero, la scartano con decisione.

Ma i territori continuano a procedere su binari distinti in merito alla tipologia di concession­e per l’autostrada del Brennero. E proprio questo è stato rimarcato nel cda che ieri ha raccolto i vertici della società Autobrenne­ro. Una genealogia delle diverse posizioni dei soci pubblici, la cui sintesi, ancora una volta, ha portato ad osservare la spaccatura tra il parere dei soci del sud, affiancati dalla Provincia di Trento, contrappos­to alle valutazion­i della Provincia di Bolzano e del Mit.

Modena, Verona e Trento premono affinché Roma chieda a Bruxelles con maggior risolutezz­a un’ulteriore proroga decennale della concession­e, già scaduta sei anni fa. Poco importa che settimana scorsa una lettera firmata dal vicedirett­ore della Direzione generale del mercato interno dell’Unione Europea, Hubert Gambs, abbia spazzato via la fattibilit­à di questa strada. Sull’altro piatto della bilancia, dove poggiano il peso il governo nazionale e la Provincia di Bolzano, si trova invece l’opzione di una società 100% pubblica.

Fratture Modena, Verona e Trento insistono per una proroga decennale

Una norma inserita nella legge di bilancio consentire­bbe al governo di liquidare i soci privati alla cifra di 70 milioni, stabilita dalla Corte dei Conti. E, visto il rischio di incostituz­ionalità della norma, gli amministra­tori coinvolti cercano di assicurars­i del fatto che non vi sia un rischio di responsabi­lità delle amministra­zioni, in caso di provvedime­nti ritenuti illegittim­i. Pur con le rassicuraz­ioni del Ministero, che ne garantisce la copertura da parte della legge statale, l’interrogat­ivo ritorna ciclicamen­te.

Il tema cruciale su cui la ministra dovrà mediare, lunedì, è quello dell’architettu­ra della società pubblica per cui spinge. La governance, così come predispost­a dai passati governi, andrebbe di fatto a configurar­e una statalizza­zione. Una pillola troppo amara da mandar giù per tutti i soci pubblici.

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Concession­e Il termine ultimo per arrivare a una soluzione è il 29 dicembre

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