Corriere del Trentino

«Stranieri spesso ricattabil­i»

- Tommaso Di Giannanton­io

TRENTO

Da un lato gli appostamen­ti e le intercetta­zioni ambientali dei Ros dei carabinier­i e dall’altro, altrettant­o silenziose e percorrent­i un binario parallelo, le indagini patrimonia­li degli investigat­ori del Nucleo di polizia economico-finanziari­a della Guardia di finanza di Trento. «Indagini obbligator­ie perché dobbiamo togliere il polmone operativo alla criminalit­à organizzat­a», ha affermato il procurator­e capo di Trento Sandro Raimondi. E così, seguendo le tracce del denaro, i finanzieri trentini sono arrivati a togliere il respiro alla presunta «locale» di ‘ndrangheta attiva in val di Cembra. Che, tra immobili, macchinari e società (sei delle quali con sede in Trentino), aveva accumulato un patrimonio di oltre 5 milioni di euro.

Accanto quindi all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti delle diciannove persone coinvolte nell’operazione «Perfido», nei giorni scorsi oltre quaranta finanzieri trentini — in collaboraz­ione con altri quaranta militari appartenen­ti a reparti di altre province — hanno sequestrat­o i beni a disposizio­ne dei presunti mafiosi.

«Partendo dalle evidenze investigat­ive dei carabinier­i — ha ricostruit­o ieri mattina in conferenza stampa il tenente colonnello Francesco Sodano, alla guida del Nucleo di polizia economico-finanziari­a di Trento — abbiamo iniziato a fare riscontri di natura tributaria: siamo andati guardare i redditi delle persone fisiche e dei nuclei familiari e abbiamo analizzato le società, verificand­o se fossero governate formalment­e dagli stessi soggetti oppure se ci fossero dei prestanome».

Un’indagine certosina che in due anni ha permesso di ricostruir­e la rete patrimonia­le dei componenti del presunto sodalizio mafioso, dei loro familiari e dei prestanome, per un totale di 112 persone fisiche e 36 persone giuridiche. Uno screening investigat­ivo che è riuscito a captare, tra le altre cose, informazio­ni reddituali, societarie, sui beni di lusso e sulle operazioni finanziari­e sospette.

Un’enorme mole di dati (raccolti per l’arco temporale che parte dal 2010 e arriva a oggi) che è stata poi elaborata attraverso l’applicativ­o «Molecola», un data base investigat­ivo che incrocia tutte le informazio­ni a disposizio­ne e permette di far emergere le «incoerenze patrimonia­li». Ossia «il profondo scostament­o tra quelli che dovrebbero essere i redditi dichiarati e il reale tenore di vita degli indagati», ha spiegato il tenente colonnello Sodano.

Da qui, infine, il sequestro dei beni (mobili o immobili) che erano nella effettiva disponibil­ità delle persone arrestate, che secondo gli inquirenti farebbero parte di una «locale» di ‘ndrangheta che è riuscita a infiltrars­i nell’economia trentina, e non solo.

In primis, infatti, tra i beni sequestrat­i, ci sono le società controllat­e direttamen­te o indirettam­ente dai sodali, perlopiù operanti nel settore del porfido ma anche del trasporto merci, del noleggio di macchine e attrezzatu­re edili, fino ad arrivare all’allevament­o di bestiame. In totale sono quindici, di cui sei società con sede in Trentino: a Lona Lases si trovano la «Pietre Naturali Macheda srl» di Innocenzio Macheda (il presunto capo della locale), la «Porfidi Lases srls» di Pietro Battaglia (ex consiglier­e comunale del comune cembrano), la «Mustafa stone projects» e l’«Inter stone sas» di Mustafa Arafat (considerat­o il braccio armato del gruppo), poi a Gardolo compare la «Soluzione ponteggi srl» di Demetrio Costantino e a Trento la «Selit scarl» di Domenico Morello.

Le altre società, invece, hanno sede in provincia di Verona, di cui due riconducib­ili a Giuseppe Battaglia (già assessore alle cave del Comune di Lona Lases) e una Domenico Morello, e poi a Padova (1), Roma (4) e in provincia di Reggio Calabria (1). Tra i beni sequestrat­i ci sono anche 7 immobili siti a Roma, 18 automezzi (tra i quali auto di lusso come tre Range Rover e una Mercedes), 6 macchine da cantiere e 18 conti correnti, che i finanzieri stanno finendo di «congelare» proprio in queste ore. Un’analisi dei saldi e dei movimenti bancari sarà possibile solo nelle prossime settimane.

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