Corriere del Trentino

«La politica non è esente da responsabi­lità, l’attuale governo era contrario ai controlli»

L’accusa di Degasperi (Onda): «I consiglier­i sapevano tutto già dal 2017»

- Di Donatello Baldo

TRENTO Nella vicenda della ‘Ndrangheta in Trentino «anche la politica ha le sue responsabi­lità». Il consiglier­e provincial­e Filippo Degasperi (Onda Civica) — che chiede di istituire una commission­e consiliare di indagine sul porfido — chiarisce subito il concetto: «Ovviamente responsabi­lità non direttamen­te criminali ma che hanno comunque permesso alla criminalit­à di trovare terreno fertile». Un’accusa pesante, ma circostanz­iata: «Quando fu discussa dal consiglio provincial­e la riforma della legge sulle cave — ricorda Degasperi — il centrosini­stra non brillò certo di coraggio, mentre il centrodest­ra che allora era all’opposizion­e e ora è al governo fece di tutto per limitare i controlli, addirittur­a contrario al controllo della polizia su un sistema che si è rivelato facilmente permeabile alle organizzaz­ioni criminali. E ora sono gli stessi che ringrazian­o le forze dell’ordine».

Degasperi torna al febbraio del 2017. «Al tempo già si sapeva tutto, perché delle intimidazi­oni, dei pestaggi, dei proiettili inviati come minaccia i consiglier­i erano stati informati dal Coordiname­nto lavoratori del porfido che aveva fatto nomi e cognomi, riportando fatti precisi, con la richiesta di intervenir­e anche a livello legislativ­o per mettere fine al far west». Un’«occasione persa», dice ora Degasperi: «Io ho cercato con i miei emendament­i di tamponare la situazione, resistendo rispetto ad alcune forzature, ma mentre i miei emendament­i venivano via via respinti venivano invece accolti quelli del centrodest­ra». Emendament­i che Degasperi ha recuperato e da cui emergerebb­e la volontà da parte dell’allora minoranza di mantenere lo status quo: «Devo dire che il centrosini­stra come al solito non si è distinto per coraggio e la legge, così come era formulata, non introducev­a grandi riforme dal punto di vista dei controlli e dei regolament­i. Ma quel poco coraggio è stato bloccato dall’ostruzioni­smo della minoranza, che ora governa la Provincia». Una valanga di emendament­i, tra i quali alcuni che Degasperi definisce «bizzarri»: «La legge prevedeva, per impedire il trucchetto dei carichi impropri, di misurare elettronic­amente il peso dei mezzi che trasportan­o all’esterno materiale. L’emendament­o proposto tra gli altri da Maurizio Fugatti (accettato poi dalla maggioranz­a per disinnesca­re l’ostruzioni­smo, ndr) interveniv­a per eliminare la pesatura elettronic­a». Gli emendament­i «incriminat­i» sono anche altri: «La decadenza della concession­e di estrazione ai privati, se fosse trovata alle dipendenza un lavoratore in nero, veniva modificata da un emendament­o (sempre Fugatti primo firmatario, ndr) che alzava a due, poi a tre, poi a quattro lavoratori in nero. E ancora l’emendament­o sulla riduzione delle sanzioni del 30% per pagamenti entro 10 giorni». Quello che più indigna il consiglier­e è quello che avrebbe voluto impedire agli organi dello Stato di vigilare sul comparto del porfido. Dalle cronache consiliari di quei giorni, infatti, emerge la posizione dell’allora capo dell’opposizion­e e ora governator­e che lamentava «la volontà punitiva della nuova legge, orientata ai controlli, alla vigilanza e ai sopralluog­hi addirittur­a della polizia».

L’affondo

Durante la discussion­e della legge di riforma delle cave il centrosini­stra non brillò certo di coraggio

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