Corriere del Trentino

«Il Catullo? Snodo cruciale»

Aeroporto, Malossini presenta la strategia. Passeggeri: da 3 milioni a 900mila

- Montanari

TRENTO Una parte del traffico aereo diretto e in partenza dal Trentino-Alto Adige transita dall’Aeroporto Catullo di Verona. Questione di vicinanza, ma anche di strategia economica territoria­le. Ragion per cui le province autonome fanno parte della governance della società che gestisce lo snodo aeroportua­le veneto (Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranc­a spa, ndr). La Provincia di Bolzano ha il 3,584% della gestione. La Provincia di Trento partecipa attraverso Aerogest srl — che gestisce gli impianti e le strutture dell’aeroporto— detenendo il 30,266% delle quote.

Mario Malossini, vicepresid­ente di Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranc­a spa, segue da vicino le vicissitud­ini di questa infrastrut­tura e le sue proiezioni nel vicino Trentino-Alto Adige. Quali sono i ragionamen­ti che si fanno largo in un’ottica di crescita dei territori?

«Quando abbiamo scelto di aumentare la partecipaz­ione della Provincia di Trento nella società, l’abbiamo fatto nella prospettiv­a di una più ampia strategia. L’aeroporto rimane un’infrastrut­tura importante per lo sviluppo economico del Trentino-Alto Adige, una regione che vive anche di turismo. È importante rafforzare il nesso tra il Catullo e il nostro territorio. Sul piano del marketing, prende corpo questo mese il rifaciment­o di comunicazi­one dell’accoglienz­a all’aeroporto, dove ci sarà una forte immagine comunicati­va che richiama il Trentino. Anche il logo dell’aeroporto dovrà richiamare le Dolomiti».

Al fil rouge di immagine dovrebbe aggiungi una continuità infrastrut­turale. Un collegamen­to saldo e frequente tra Verona, Trento e Bolzano.

«Nel piano regionale veneto è prevista l’ipotesi di realizzazi­one di un raccordo metropolit­ano tra l’aeroporto e la stazione della città scaligera. Un’ipotesi non lontana, che ora i fondi del Recovery Fund potrebbero concretizz­are in tempi più brevi, anche in funzione delle Olimpiadi del 2026. Un altro tema su cui stiamo ragionando con la Provincia è il potenziame­nto del tratto ferroviari­o tra Verona Porta Nuova e Trento. Pensiamo di potenziare anche il collegamen­to via gomma. Vorrei però aggiungere che, per la crescita di tutti i territori coinvolti, serve ragionare in termini di sistema Nordest, mettendo da parte ogni contrappos­izione. Trento, Bolzano e Verona dovranno avviare sinergie guardando anche a Venezia (l’aeroporto Marco Polo è gestito dal gruppo Save, che detiene il 41,805% del Catullo, ndr)».

Il piano di investimen­ti quali priorità individua?

«Esiste un piano di investimen­to messo in campo dalla precedente amministra­zione del Catullo per intervenir­e sulla struttura aeroportua­le, ormai vetusta, a cui serve un rinnovamen­to. Si tratta di un pacchetto da 60 milioni di euro. Anche la Provincia è coinvolta, ma la ripartizio­ne della spesa è ancora in fase di definizion­e. Serve quindi un passaggio di confronto con Maurizio Fugatti, interessat­o a investire sulla struttura».

Parliamo di rotte aeree. È al vaglio un ampliament­o delle destinazio­ni?

«Siamo riusciti a siglare un’intesa con Air Dolomiti per aprire nessi con Berlino, Dusseldorf e Francofort­e a partire da ottobre. Traiettori­e d’interesse per dar fiato al turismo in regione. Detto ciò, il momento è complesso per parlare di avvio di nuovi accordi. Il Covid, e le limitazion­i alla mobilità hanno messo in sofferenza le compagnie aeree. Il flusso dei passeggeri al Catullo si è più che dimezzato rispetto al 2019, anno dei record (3 milioni di passeggeri l’anno scorso; da gennaio a settembre 2020 se ne contano 919mila, ndr)».

Al via la campagna trentina di marketing territoria­le al Catullo. Il logo? Dovrà renderci riconoscib­ili

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Vicepresid­ente dell’aeroporto Catullo di Verona. La Provincia di Trento detiene il 30% delle quote della società

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