Centrale Covid, altre cinque linee telefoniche
Un decesso e 79 positivi. Eseguiti 1521 tamponi
È attiva dal marzo scorso per rintracciare i contatti dei primi positivi cinesi che arrivavano sul territorio, ma ora la Centrale Covid dell’Azienda sanitaria, che si è concentrata operativamente al terzo piano della palazzina A del Centro per i servizi sanitari di viale Verona, e potenziata con 24 persone tra medici, infermieri, assistenti sanitari e amministrativi, presenti 7 giorni su 7 dalle 8 alle 18, ha due principali linee di attività: la presa in carico dei casi positivi e il tracciamento dei congestita tatti attraverso l’indagine epidemiologica, in connessione con la medicina territoriale, la medicina del lavoro e il mondo della scuola. Per affrontare questa seconda ondata. Anche se è soprattutto il tracciamento (il contact tracing) dei contatti stretti dei casi positivi, per bloccare i focolai, da 10 a 50 contatti per ogni caso da rintracciare con oltre cento telefonate al giorno, il lavoro più importante della centrale gestita dal Dipartimento di prevenzione. Ecco perché con il nuovo assetto della centrale dalla direttrice dell’Igiene pubblica Maria Grazia Zuccali che l’ha presentata insieme al direttore per l’integrazione socio sanitaria Enrico Nava, il direttore del Dipartimento di prevenzione Antonio Ferro e l’assessora alla salute Stefania Segnana, verrà potenziata con altre 5 linee telefoniche oltre alle 2 attuali, e con un numero verde per le risposte e l’aiuto da dare ai trentini. Con l’invito a utilizzare «l’App Immuni».
«Siamo al 14% di utilizzo in Trentino,serve superare il 50%: è uno strumento utile come si vede all’estero» l’appello del dottor Ferro. E sulla centrale: «È il cuore pulsante al contrasto dell’epidemia», per dare una maggiore omogeneità all’attività di contact tracing e alla gestione delle quarantene e degli isolamenti, a fronte di un volume di lavoro in costante aumento «anche per la forte ansia della popolazione».
Un lavoro capillare, intenso, dice Veronica Righi assistente sanitaria, da marzo a tempo pieno sul Covid, una figure ricercatissima in questi mesi la sua. «Le domande più diffuse da chi risulta positivo? Come comportarsi e quando fare i tamponi per rientrare al lavoro». E aggiunge dai suoi 27 anni: «Attenzione, non pensiamo solo a noi stessi, abbiamo tutti persone da proteggere, vedo i miei coetanei che fanno la vita di prima...».
«La situazione epidemiologica è molto delicata — conferma Ferro — ma noi siamo pronti come la parte ospedaliera», come assicura Nava: «È prevista una riconversione dei posti sull’ospedale di Rovereto per far fronte a eventuali necessità». Anche se sono escluse altre zone rosse dopo Cembra, dice l’assessora Segnana.
Intanto, il rapporto quotidiano dell’Azienda sanitaria registra numeri in crescita sia per contagi che per ricoveri: 79 positivi, di cui 24 con sintomi, 10 minorenni (un paio hanno meno di 6 anni) e 11 sono sopra i 70. E c’è anche un nuovo decesso, un anziano di 86 anni morto in ospedale. Sono inoltre saliti a 44 i pazienti ricoverati, anche se nessuno si trova in rianimazione. Nel settore scolastico, dove in media 10 i casi di positività al giorno, le indagini riguardano venti positivi di ragazzi in età scolare che potrebbero portare a ulteriori quarantene, per ora in isolamento sono 55, 6 in più. I tamponi analizzati: 1.521 (194 al S. Chiara e 1.327 alla Fem), un rapporto contagi-tamponi a 5,2%.
Ferro L’invito ad usare l’app Immuni: «È utile ma finora solo il 14% l’ha scaricata»