Disincanti e nuove chimere: Cacciari e Riccardi a confronto
La dimensione religiosa quanto è importante nella società? In che rapporto si pongono religione e società all’interno del processo di secolarizzazione avanzata in atto da tempo? Un fenomeno al quale si sta però affiancando con sempre maggiore forza un risveglio religioso. I nuovi studi parlano infatti di post-secolarizzazione.
Sono questi gli argomenti al centro di «Oltre la secolarizzazione», il festival che in questa prima edizione si intitola «Fra disincanti e nuovi incanti». Promosso dall’Istituto superiore di Scienze religiose Romano Guardini (Diocesi di Trento) con Edizioni Dehoniane Bologna Edb, l’iniziativa si svolgerà a Trento (posti limitati in sala, diretta streaming) venerdì e sabato.
Nomi di spicco della cultura italiana animeranno due giorni aperti venerdì alle 18 al Museo delle scienze di Trento dal filosofo Massimo Cacciari e dallo storico Andrea Riccardi. I due intellettuali terranno due distinte lezioni sull’Europa, soffermandosi in particolare sull’impatto sociale del fenomeno religioso.
Il giorno dopo ci si sposterà al Castello del Buonconsiglio (dalle 9 alle 13) con due tavole rotonde, la prima dedicata a «Post-secolarizzazione. Il ritorno del Dio respinto», con Paolo Costa, Luca Diotallevi, Kristina Stoeckl. A seguire, il confronto tra Paola Bignardi, Giovanni Filoramo, Giovanni Dalpiaz.
«Come diocesi abbiamo accolto con piacere la proposta degli amici di Edb di creare insieme uno spazio di confronto e di dialogo su una questione che ci sfida profondamente: chiedersi come ancora oggi la dimensione religiosa possa costituire un contributo per costruire una società più degna per l’umanità, e come potrebbe invece diventare motivo di ostacolo alla vita sociale - spiega don Andrea Decarli, delegato area cultura della Diocesi di Trento -. Il rapporto tra religione e società ci appassiona e ci interessa, sollecitati anche dall’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti».
Per il direttore Issr Guardini don Stefano Zeni l’opportunità è quella di «riflettere sul tema della trasformazione. Il nuovo richiede sempre la fatica di un inizio – osserva -. Il festival sarà occasione per provare a rispondere a domande nuove non con risposte vecchie, spaziando «tra disincanti e nuovi incanti» come snodo su cui costruire qualcosa che prosegua annualmente».
Vede invece in Trento un «crocevia culturale imprescindibile, con l’aggregazione di culture di varie tipologie, luogo di passaggio e incontro di vari temi» l’amministratore delegato di Edb Michele De Lillo. «In questo periodo di grandi cambiamenti servono adeguamenti, è importante promuovere nuovi contributi. Chi è in grado di dare risposte nuove ha una prospettiva di continuità e durata», conclude.