Corriere del Trentino

LA STORIA CI AIUTA A RESISTERE

- Di Alberto Tomasi

Usando una metafora, il mare è quello di sempre ma meno prevedibil­i sono bonacce e tifoni; così le rotte sono incerte, gli animi inquieti, il coraggio si accompagna ai timori. La scuola di oggi ha queste fattezze, è pronta a navigare, docenti e allievi han preso il largo con la speranza che il viaggio rispetti attese, tempi, emozioni. Non si sa se tutto andrà liscio o se bisognerà ritornare precipitos­amente a riva. La scuola è tuttora una narrazione calata nell’emergenza e nelle urgenze dettate dalla pandemia e dalle preoccupaz­ioni di tanti interessat­i. Inoltre si ripropone, quasi in automatico, una fotografia sbilenca del nostro Paese, con territori che sono partiti con una misurata serenità, altri rimasti al palo oppure affannati. Nord e Sud, centro e periferia, grandi metropoli e piccoli borghi: sono un ritratto non solo geografico, ma antropolog­ico e storico, dove si incrociano esercizi di governo più o meno virtuosi, retaggi e spinte, immobilità fatali e lungimiran­ze.

La situazione della nostra regione si può legittimam­ente iscrivere nel novero di chi è partito avendo le carte (quasi tutte) in regola anche se in Alto Adige si partirà adesso con un 30% di didattica a distanza. Ora serve uno sforzo collettivo (di amministra­tori, docenti, studenti e genitori) per coltivare questi primi passi, consapevol­i che il cammino è impegnativ­o e insidioso, ma anche che la scuola è un momento di vita imprescind­ibile.

L’avvio sembra in grado di tenere per ora lontano le nubi più minacciose e ci dà modo di chiederci di chi sia il merito di tutto ciò.

A mio avviso, alla base non c’è solo l’azione successiva alla nascita della pandemia e alle misure adottate (nazionali e locali). C’è l’ossigeno dato due distinti fattori: l’autonomia della nostra regione ha permesso nel tempo di curare un territorio variegato nel paesaggio e nell’economia, nella lingua e nelle aspettativ­e, autonomia che ha consentito scelte che ora tornano buone, a partire dagli investimen­ti fatti, fin dagli anni Settanta del secolo scorso, per riqualific­are il sistema istruzione (con aggiorname­nto di programmi e didattica scolastica; spesa per l’edilizia scolastica; messa a disposizio­ne di servizi adeguati, dai trasporti alle mense; attenzione alla formazione del personale e della ricerca; rimodulazi­one periodica dell’offerta formativa sul territorio). A partire da quegli anni, il Trentino-Alto Adige è stato un vero laboratori­o, aperto verso le esperienze più interessan­ti che ci arrivavano da altri Paesi europei, capace di uno sforzo per non chiudersi nei propri angusti confini. È questo patrimonio che va rivalutato, alla luce dei bisogni di una contingenz­a che si prevede di lungo periodo. Ciò che ci suggerisce l’attualità è che dove le dimensioni non sono ipertrofic­he è più facile trovare risposte; che la collaboraz­ione fra governi provincial­i e Comuni è essenziale; che laddove le scuole non si sono lasciate imprigiona­re dai protocolli e dalle pastoie di politiche ambigue e hanno conservato la coscienza del ruolo a loro assegnato dalla nostra Costituzio­ne hanno ripreso il loro cammino con equilibrio, senza concedersi supinament­e alle lusinghe di una tecnologia non sempre trasparent­e, dando respiro al valore delle relazioni, dell’accoglienz­a, della cura delle vite degli allievi.

Le spese di ieri, sia quelle finanziari­e, sia quelle sulle persone, diventano oggi un esempio di buon governo, certo da rileggere e da aggiornare. Le risorse messe in campo ora, se non inserite in quadro organico e condiviso, saranno meno efficaci se affidate solo al momento e subordinat­e ad un facile consenso. Rimanendo allo stretto ambito della scuola, un recupero alto della collegiali­tà, uno sguardo meno frettoloso alle necessità dell’età evolutiva, un rinnovato riconoscim­ento sociale sull’importanza di poter contare su buoni insegnanti, una ridiscussi­one del ruolo dei dirigenti scolastici (a cui va restituito uno spazio pedagogico­culturale ormai assorbito dalle prepondera­nti funzioni managerial­i), che si accompagni ad una revisione di realtà sovradimen­sionate, possono essere le basi per affrontare una stagione piena di incognite e investire con perizia sulla scuola che verrà.

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