L’Unione: Mercatini, meglio chiudere subito Ma Confesercenti cerca sponde per aprire
TRENTO Niente mercatini. La corsa in avanti del sindaco di Trento Franco Ianeselli sulle chiusure delle casette natalizie pesa come una sentenza su diverse attività che grazie a questo appuntamento annuale vedevano il bilancio dell’ultimo trimestre dell’anno galoppare con ritmi sconosciti ad altri mesi. Ad essere interessati dalla chiusura dei mercatini non sono solo le attività di commercio ambulante a posteggio fisso. Alberghi, affitta camere, pubblici esercizi, ristoranti, negozi: l’indotto generato sul territorio è notevole. Motivo per cui a restare con il fiato sospeso, in attesa di conoscere definitivamente cosa decideranno i sindaci trentini nell’incontro tra sindaci messo in agenda per giovedì, sono diverse categorie di lavoratori. Ma il capoluogo, attraverso il vicesindaco Roberto Stanchina, fa già sapere che non si torna indietro. «Il mercatino di città ha dimensioni diverse, presenze più elevate e richiede una mobilitazione logistica ben più articolata. Se gli altri sindaci decideranno di procedere, noi non ci adegueremo. Il capoluogo merita un ragionamento a parte», dice Stanchina.
Nessuna intenzione di mettere le mani avanti. «Una scelta coraggiosa, forse impopolare – dice Stanchina – ma frutto di considerazioni accurate. In questo modo, il comune di Trento pone un tema: se non si può garantire la sicurezza dell’appuntamento meglio saltare». Ed è quello che ribadisce anche Confcommercio. «Se non ci sono le condizioni, è allora più responsabile dire fin da subito che quest’anno è meglio fermarsi – taglia corto il vicepresidente Massimo Piffer – Meglio scegliere in via prudenziale un anno di stop. Ma lo si dica chiaramente da ora. Tergiversare non aiuta i commercianti, che in questo momento non sanno se procedere con gli ordini della merce oppure annullare tutto. Certamente una decisione va presa ben prima del 13 novembre, quando cesserà di essere in vigore il Dpcm». Decreto che di fatto blocca le fiere di comunità, affidando ai sindaci la facoltà di decidere sul da farsi.
Proprio partendo dalla definizione ministeriale Aldi Cekrezi, direttore di Confesercenti, prende tempo e invita «a maggiore prudenza». «A nostro avviso, prima di giungere a soluzioni affrettate servirebbe analizzare la definizione corretta di fiera di comunità. Dal testo del Dpcm emerge come generica. Noi vorremmo capire se include i mercatini di Natale ma non solo. Per esempio: bisogna intendere sospesi anche il mercato cittadino e le fiere di Santa Lucia?». Senza contare il fatto che le ricadute economiche della sospensione dei mercatini sarebbero pesanti. «Gli ultimi tre mesi dell’anno sono salvifici per il bilancio, bisogna pensare a
Stanchina Pensiamo a un piano B. Al vaglio l’ipotesi di mercatino diffuso