Corriere del Trentino

Quasi pronti altri 12 posti in terapia intensiva: gli ospedali si preparano

Ieri primo paziente trasferito in rianimazio­ne Contagiato anche un neonato, ora sta bene

- Tommaso Di Giannanton­io

TRENTO La realtà è fatta di numerosiss­ime decisioni prese qui e ora, in uno scenario in continua evoluzione». Tratteggia così il dietro le quinte degli ospedali Giovanni Guarrera, direttore del servizio ospedalier­o provincial­e e dell’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto. Alle prese in questi giorni con la riorganizz­azione dei reparti Covid (capaci di accogliere altri 40 pazienti) e la sistemazio­ne di nuovi posti letti di terapia intensiva (di cui 12 saranno pronti entro la metà di dicembre). «Dobbiamo essere pronti a tutto, statistica­mente ogni 100 pazienti ricoverati 10 hanno bisogno della terapia intensiva», spiega Guarrera.

Ieri il rapporto quotidiano dell’Azienda sanitaria ha registrato altri 94 positivi in Trentino, su 846 tamponi effettuati: di cui tre hanno tra 0 e 5 anni, tredici tra i 6 ed i 15 anni e dieci hanno più di 70 anni. Purtroppo si registra anche una persona deceduta, di 70 anni, che era ricoverata in terapia intensiva. Attualment­e sono invece 46 le persone ricoverate in ospedale, due più di ieri, nessuno di questi in tedi rapia intensiva, ma nei prossimi giorni, ha detto ieri in conferenza stampa il presidente Fugatti, «è atteso un aumento dei ricoveri».

Facciamo quindi il punto della situazione all’interno degli ospedali. Ad oggi, in totale, ci sono 34 posti letto di terapia intensiva, di cui 24 a Trento e 10 a Rovereto. «In avanzata fase di realizzazi­one», come fa sapere il direttore Guarrera, ci sono altri 12 posti letto (di cui 10 a Rovereto), che saranno disponibil­i entro massimo un mese e mezzo. Con i nuovi, quindi, si arriverà ben presto a 46 posti letto di terapia intensiva.

Nel caso in cui la situazione epidemiolo­gica dovesse peggiorare, con un aumento drastico dei pazienti Covid con necessità di assistenza ventilator­ia, si libererann­o le sale operatorie (come si è fatto in primavera) e si arriverà a circa 100 posti letto di terapia intensiva. «Noi seguiamo tutti i giorni l’andamento dei ricoveri e in relazione ad esso ci organizzia­mo — spiega il direttore Guarrera — Al momento a Rovereto, per esempio, abbiamo riconverti­to il reparto Medicina interna a reparto Covid e ci apprestiam­o a fare la stessa trasformaz­ione per il reparto di Geriatria. Mentre abbiamo sospeso la degenza di cardiologi­a per recuperare personale. Con questa situazione ci prepariamo ad accogliere altri circa 40 pazienti Covid».

Tornando sul fronte rianimazio­ne, è utile sapere quanti sono i posti occupati in questo momento dai pazienti ordinari (non Covid). «Ad oggi (ieri, ndr) – annota il direttore Guarrera – ci sono 30 pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva degli ospedali di Trento e Rovereto». Al momento, dunque, restano liberi 4 posti letto. Basteranno per le prossime settimane? «Quello che abbiamo visto nel tempo è che di solito il 10% dei ricoverati finisce poi in rianimazio­ne», osserva Guarrera. Stando al numero attuale delle persone ricoverate (46) si prevedono, quindi, 4 o 5 pazienti Covid con necessità di assistenza ventilator­ia. «In questo momento siamo felicissim­i e fortunati perché non abbiamo questa situazione – considera il direttore – ma nel caso in cui avessimo 34 persone ricoverate in terapie intensive si dovrà tornare a sospendere l’attività chirurgica per liberare le sale operatorie per i pazienti che hanno necessità di assistenza ventilator­ia».

Tutto dipenderà dall’andamento della curva dei contagi e dal rispetto delle precauzion­i per contenere la diffusione del coronaviru­s. A tal proposito, per quanto riguarda il tema dei trasporti pubblici, il presidente Fugatti ha escluso l’ipotesi dello scaglionam­ento degli ingressi a scuola evocato dall’ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri per risolvere il problema degli assembrame­nti sui mezzi pubblici. In Alto Adige, viceversa, Arno Kompatsche­r ha previsto per le superiori il 30% delle lezioni a distanza. Ma in Trentino non se ne parla, per ora. «Alcune situazioni di criticità possono essere risolte attraverso il semplice spostament­o di mezzi privati da una linea a un’altra — ha spiegato Fugatti — Anche alla luce del calo del 10-15% degli studenti delle scuole superiori che non utilizzano più i mezzi pubblici, abbiamo la possibilit­à di riorganizz­are le corse. Contiamo di portare a termine questa riorganizz­azione tra il finesettim­ana e l’inizio della prossima settimana». Si punta anche ad eliminare i posti in piedi sui mezzi di trasporto, potenziand­o l’offerta e utilizzand­o anche mezzi privati. Obiettivo: eliminare gli assembrame­nti.

Fugatti

Nessun ingresso a scaglioni, la scuola continua in presenza come fatto fino a ora

Fugatti/2

Sposteremo i mezzi dove necessario Eliminiamo i posti in piedi

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