Corriere del Trentino

«Scelta politica inopportun­a uno schiaffo a imprese e lavoratori»

Confindust­ria e Assoimpren­ditori bocciano l’aumento dell’indennità

- Mar.Mo.

TRENTO Una rapida premessa: è giusto che la politica abbia la giusta retribuzio­ne. Ma poi gli industrial­i trentini e altoatesin­i non possono nascondere che il timing scelto dai consiglier­i regionali per aggiungere all’indennità 500 euro di adeguament­o Istat è quantomeno rivedibile. Lo sottolinea­no convintame­nte sia Fausto Manzana, presidente di Confindust­ria Trento che Federico Giudiceand­rea, presidente di Assoimpren­ditori Alto Adige.

Nel bel mezzo di una pandemia che ha messo in ginocchio l’economia, e messo in difficoltà aziende e lavoratori, l’aumento degli stipendi dei politici che rappresent­ano il Trentino-Alto Adige appare infelice. «Non intendiamo alimentare discorsi populistic­i. Siamo convinti che la politica debba avere la giusta retribuzio­ne, un compenso tale da garantire anche a un profession­ista di cimentarsi senza fare delle rinunce — premette Giudiceand­rea —. Tuttavia, in questo momento in cui tutti tirano la cinghia, in una congiuntur­a che vede tanti lavoratori in cassa integrazio­ne e le aziende arrancare, riteniamo la scelta dei consiglier­i regioimpeg­nando nali inopportun­a».

Di egual avviso Fausto Manzana. «Nulla da disquisire rispetto al fatto che l’attività politica, come qualsiasi altro impegno, vada giustament­e retribuita. Tuttavia, la questione dell’intempesti­vità, del non cogliere il momento per riuscire a portare avanti questo tipo di decisione, è facilmente stigmatizz­abile», commenta il presidente degli industrial­i trentini.

Una scelta che disturba non poco le imprese, dal momento che l’aumento dell’indennità — in vigore da gennaio — cade in uno dei momenti di maggiore sofferenza per lavoratori e aziende del territorio. «Da una parte, il tessuto produttivo si sta nel tentativo di scongiurar­e il peggio — ricorda Giudiceand­rea — dall’altra parte, il messaggio che passa è che anziché pensare alla comunità la classe politica pensa a sé stessa. Quindi l’errore è stato commesso anche sul piano comunicati­vo». Insomma, quei 500 euro in più in busta paga, e in aggiunta circa 8.500 euro di arretrati, sono molto impopolari. Un passo indietro darebbe il segnale di una classe dirigente che si adegua all’emergenza provocata dalla pandemia da Covid-19.

Le priorità dovrebbero essere altre, e gli industrial­i colgono il momento per sottolinea­rlo, «con l’amaro in

Giudiceand­rea

«Il messaggio che passa è che i consiglier­i pensino a sé stessi anziché alla comunità»

bocca per quanto appreso», notano i vertici di Assoimpren­ditori Alto Adige. «Eppure, in questo preciso momento esistono tanti temi su cui lavorare, scelte da studiare e portare avanti. Probabilme­nte decidere un aumento è più veloce, ma rimane il fatto che dal nostro punto di vista, rispetto alle difficoltà che vivono le imprese è un filo discutibil­e», conclude Manzana.

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Amareggiat­o Il presidente di Assoimpren­ditori, Federico Giudiceand­rea

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