Corriere del Trentino

Sicor, il «no» degli operai al taglio del salario e ai ricatti

I sindacati: «Ora serve un confronto costruttiv­o»

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TRENTO Con 75 voti contrari e 59 favorevoli (134 i votanti su 153 dipendenti), dal referendum che si è svolto tra martedì e ieri in fabbrica i lavoratori della Sicor di Rovereto non hanno dato il via libera alla Fiom a trattare con l’azienda. Non almeno finché non cambiano le condizioni. «A cominciare dalla riduzione del salario per avere maggiore margini annunciato dai vertici», denunciano i sindacati.

«Oggi, nonostante la votazione sia avvenuta sotto il doppio ricatto occupazion­ale e salariale, nonostante cioè l’azienda abbia minacciato licenziame­nti e di uscire persino dal contratto nazionale dei metalmecca­nici, i lavoratori della Sicor hanno votato per difendere un sacrosanto principio: non si abbassano gli stipendi in un’azienda sana. È stata una grande prova di dignità e di coraggio», rimarca la segretaria provincial­e della Fiom, Manuela Terragnolo sull’esito del referendum.

Anche sotto la grave minaccia di licenziame­nti , in un periodo così delicato, le tute blu hanno votato «no» alla consultazi­one dei sindacati sulla linea da tenere nel confronto con l’azienda. Per Fiom il risultato del voto è anche il frutto della solidariet­à che le tute blu hanno sentito sorgere attorno a loro, da parte dell’intera comunità provincial­e, comprese in ultimo le risoluzion­i approvate dal Consiglio provincial­e lunedì.

«La cosa importante è far capire che è un’azienda sana che fa utili che vuole togliere salario, che deriva da una contrattaz­ione aziendale, per avere maggiore margini — aggiunge Terragnolo — e per costringer­li ad accettare la riduzione del salario è stato mandato di disdetta del contratto nazionale: è in questo contesto che i lavoratori hanno votato, con coraggio e dignità hanno rifiutato». Ora serve un confronto costruttiv­o con i vertici di Sicor, conclude la sindacalis­ta, «l’azienda deve capire che deve rispettare il dipendente e deve rispettare il territorio e che siamo disposti al dialogo ma in un rapporto che sia costruttiv­o, dentro le regole. Una bella risposta è stata data in consiglio provincial­e lunedì, un messaggio che in Trentino funzionano così le cose: dentro le regole, rispettand­o i rapporti sindacali, i cittadini e i lavoratori». Ora la parola passa ai vertici Sicor.

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