Corriere del Trentino

Bolzano si sfila: «Decida il consiglio» L’opposizion­e: serve una via legislativ­a

Landeshaup­tmann cauto. Vettorato: massima fiducia in Paccher La proposta di Verdi e Team K: «Congelare aumenti e rimborsi»

- Nicola Chiarini

La maggioranz­a Svp/

BOLZANO Lega si mette nelle mani del presidente del consiglio regionale Roberto Paccher che, optando per la soluzione via disegno di legge del nodo vitalizi, raccoglie nei fatti un’istanza trasversal­e tra le opposizion­i altoatesin­e. I vertici di Palazzo Widmann, impegnati a contenere il montare della seconda ondata della pandemia, non vogliono distrarre energie, rivolgendo­le a un tema che, pure, sta facendo molto discutere l’opinione pubblica. «Chi ha la responsabi­lità di decidere, l’assuma» taglia corto il Landeshaup­tmann, Arno Kompatsche­r riferendos­i proprio al presidente del consiglio regionale, Paccher.

«Non potrebbe essere diversamen­te — ribadisce Kompatsche­r, dirigente di spicco della Svp —. Questa materia non è in capo all’esecutivo e, in ogni caso, in queste ore la nostra priorità è la gestione dell’emergenza sanitaria». Concetto ribadito dal leghista Giuliano Vettorato che esprime piena fiducia nel collega di partito Paccher. «Ammetto che ho seguito poco la vicenda, assorbito dalla riorganizz­azione della didattica scolastica, causa Covid-19 — spiega il vicepresid­ente dell’Alto Adige, assessore all’Istruzione in lingua italiana — ma sono sicuro che il presidente del consiglio regionale agirà per il meglio».

E questo «meglio» per le opposizion­i di piazza Magnago è, appunto, una soluzione legislativ­a. «Del resto, siamo legislator­i, quindi prima di tutto, dobbiamo pensare a misure che valgano per tutti — osserva il consiglier­e verde, Riccardo Dello Sbarba —. Noi Verdi abbiamo sempre proposto che quanto finora accumulato non fosse versato ai consiglier­i, ma investito in un fondo regionale per le politiche sociali. Ovviamente per farlo ci vuole una legge, ma se c’è la volontà politica della maggioranz­a si può fare anche in fretta». Una scelta che sgonfiereb­be le demagogie. «Le rinunce individual­i vengono semmai dopo, se questa proposta non viene accettata — argomenta ancora Dello Sbarba —. Ridurre il tema a scelta individual­e premia sempre i cinici che incassano, mentre i “buoni” rinunciano. Io, comunque, mi metterò tra i “buoni”». In attesa della auspicata soluzione legislativ­a, però, è bene congelare tutto. «Dell’intenzione di “sbloccare” i fondi, come del “parere” che obblighere­bbe a farlo, il presidente Paccher non ha informato nessuno — conclude il consiglier­e dei Verdi —. L’ultima volta che ne abbiamo discusso era stato deciso di continuare a congelare gli adeguament­i Istat annuali, finché non si fosse trovata una soluzione equa. Noi Verdi, insieme ad altri, avevamo firmato un disegno di legge che eliminava l’aggiorname­nto automatico Istat. Su questa base vogliamo cercare una soluzione. Fino ad allora gli aumenti devono restare bloccati».

Posizione simile a quella espressa da Paul Köllensper­ger, pure convinto serva una soluzione di sistema. «Noi abbiamo percorso la strada più logica, ossia quella di cercare di creare una base legale per regolare la questione, senza lasciarla alla decisione del singolo consiglier­e — rivendica il capogruppo del Team K —. L’adeguament­o all’inflazione di per sé non è un privilegio, ma va adeguato a quello di un semplice dipendente pubblico. In Alto Adige per esempio nel 2016/17 hanno preso solo 80 euro. Il disegno di legge è da molti mesi in Consiglio regionale, e sarà discusso a breve». Per dare un ulteriore segnale di morigerate­zza, Köllensper­ger ritiene si debba incidere anche sulla voce rimborsi. «Già che ci siamo — aggiunge infatti —, abbiamo proposto anche di abolire la quota di rimborso spese esentasse che ogni consiglier­e percepisce. Noi come Team K già da inizio legislatur­a rinunciamo a quella parte, ormai più di 50.000 euro dal 2018».

Pure Ulli Mair invoca una soluzione legislativ­a struttural­e, anche per non dare fiato alle trombe dell’antipoliti­ca. «Ma anche per finirla con le ipocrisie — incalza la consiglier­a dei Freiheitli­chen —. Anche perché l’attuale presidente Paccher sta applicando una legge varata nel 2012 che le maggioranz­e non si sono ancora assunte l’onere di modificare. E finché non verrà sostituita da una nuova norma, il problema si riproporrà. Se c’è la volontà politica, ci sono i numeri per farlo. E in questa fase sarebbe un segnale ancor più necessario, vista la fase di estrema difficoltà che i cittadini stanno vivendo. Basta solo che non si continui a rinviare una decisione che, se non assunta, farebbe fare una brutta figura alla politica». Secondo Mair, nel caso il consiglio regionale non riuscisse a stringere i tempi, il consiglio provincial­e dell’Alto Adige potrebbe dare il primo segnale. «Sono dell’opinione che noi per primi possiamo fare una legge provincial­e trasparent­e e chiara — sostiene ancora l’esponente Freiheitli­chen — in modo che a Bolzano si dia quel segnale che a Trento la maggioranz­a non è ancora riuscita a dare».

 Kompatsche­r La scelta non spetta all’esecutivo In questo momento la nostra priorità è la gestione dell’emergenza sanitaria

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