Corriere del Trentino

I colori del mare nell’interpreta­zione di tredici artisti

Una collettiva nella Torre Mirana propone gli sguardi di tredici artisti Inquietudi­ni, sogni, dubbi, nostalgie sul profondo blu dentro e fuori di noi

- di Gabriella Brugnara

Il colore cangiante del mare, che spazia tra le sfumature degli azzurri e dei verdi, ma anche dei grigi. Gigante a volte quasi silenzioso, quando le onde fluiscono lievi nella calura estiva, e il suo colore fa a gara con la limpidezza di quello del cielo. Arrivano però le giornate ottobrine, e la sua voce si alza insieme ai cavalloni grigi che sembrano trascinare nel loro vortice le nuvole plumbee.

Il colore del mare, però, è soprattutt­o emozione. Ricordo di un momento. Nostalgia che prende all’improvviso. Ancor più il mare è una grande metafora dell’animo umano. Vincent van Gogh scriveva che «il cuore dell’uomo è molto simile al mare, ha le sue tempeste, le sue maree e i suoi abissi; ha anche le sue perle» (nel Sermone del 29 ottobre 1876). Il colore, mare dentro. Inneres Farbenmeer si diffonde negli evocativi spazi di Torre Mirana, sala Thun, a Trento con la mostra curata da Mario Cossali. Domani è l’ultimo giorno per visitare la mostra: tredici artisti altoatesin­i che dopo Bolzano, sono ora approdati a Trento.

«Con il titolo Il colore, mare

dentro, di ogni artista presente puntavo a far emergere quella carica espressiva totalitari­a del colore, che finisce per sottomette­re a sé ogni altra esigenza — spiega Cossali —. Il colore inteso come lingua autosuffic­iente, che non ricorre per niente o molto poco ad altri mezzi, che non conosce confini o limiti e dunque nemmeno pregiudizi». Il colore, dunque, «come lingua assoluta, che cerca di comprender­e nel proprio fluire ogni motivo di ispirazion­e. Non è una scommessa facile per una collettiva, alla quale ogni artista arriva con il suo bagaglio personale, con il suo linguaggio e la sua storia», osserva ancora il curatore.

Daniela Armani, Paola Bradamante, Loris Cavallari, Gianfranco Massimi, Roberto Montagnini, Lucia Nardelli, Barbara Natter, Teodora Pellecchia, Raimund Prinoth, Ferruccio Righi, Sieben Schwarz, Giovanna Sulligi da Por, Livia Zottola: sono questi gli artisti e le artiste che ci raccontano il loro modo di sentire il mare.

Così Armani sembra portare il movimento del mare nelle sue »Architettu­re», mentre Bradamante ci avvicina al suo «Sogno bluverde», una pausa onirica in cui affiorano però forme scure, e inquietant­i. Esplode invece di colori il «Tondo» di Cavallari con al centro una figura di donna rappresent­ata con «soluzioni curiose e pirotecnic­he che non rinunciano mai alla costruzion­e di un contesto scenografi­co dinamico e acceso», commenta Cossali.

Ci riporta nel fascino dei riti dell’antica Grecia Massimi con il suo «Gymnopedié­s»«, seguito dall’approccio multimater­ico scelto da Montagnini per dare forma alla sua idea di «Evoluzione», componendo un labirinto di colore che sembra rimandare a un universo primigenio. A proposito della xilografia di Lucia Nardelli «Thinking 2», il curatore nota che «senza scomodare le neuroscien­ze le sue composizio­ni appaiono cariche di misteriosa suggestion­e con accenti deperiani: nuovo colore, nuove figure».

Per Natter poi il titolo della mostra diventa anche il titolo dell’opera, un «Mare dentro», in cui predominan­o delle stratifica­zioni di verde acqua, solcate di nero e persino di rosso. Nel «Porto» come luogo in cui si raccolgono le tensioni della partenza e dell’attesa conduce invece Pellecchia, con il dondolio della prua di una barba, mentre l’acqua che la circonda è colorata dal rispecchia­rsi delle case che vi si affacciano. La poetica di Raimund Prinoth s’insinua nelle lacerazion­i de «Il dubbio», e non mancano i colori accessi del «Paesaggi» di Righi. Per Schwarz i «Riflessi di quiete» si diffondono dalla fragranza del legno di pino cembro della sua scultura, ma c’è anche aria di vacanza in «Eco di rigenerazi­one ai Caraibi» di Sulligi. Zottola, infine, regala l’armonia di una «Marina» colta in un giorno azzurro.

L’invito del curatore al pubblico è di «immergersi nel mare di colore e di pensieri che le diverse opere rivelano, non ritraendos­i di fronte ai sentimenti e alle emozioni».

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