Corriere del Trentino

LATITANZA POLITICA E VIROLOGI

- Di Massimiano Bucchi

Il sonno della politica genera, se non mostri, quantomeno creature prima sconosciut­e. La creatura più diffusa di questi tempi è il virologo (o immunologo) tuttologo. Interpella­to a qualunque ora del giorno e della notte, il virologo tuttologo non prova più a spiegarci, come all’inizio della pandemia, le caratteris­tiche che rendono questo virus così insidioso e difficile da combattere. No, il virologo tuttologo parla e si intende di tutto. C’è allora il virologo che profetizza un nuovo lockdown più o meno imminente, l’immunologa che spiega perché si possono tenere senza problemi a casa gli studenti dal quarto anno delle superiori in poi (e perché non dal terzo?), la virologa che indugia lungamente sulle conseguenz­e psicologic­he della pandemia su adolescent­i. Il risultato è di aumentare confusione e frastornam­ento in un’opinione pubblica già prostrata dalla pandemia e dell’incertezza.

Ma la responsabi­lità non è loro. Ormai celebrità a tutto tondo, non si sottraggon­o all’invito dei media com’è umanamente comprensib­ile. Anzi, gran parte di loro è sicurament­e e in buona fede convinta di dare così un contributo importante alla gestione di questa crisi. La responsabi­lità è chiarament­e da attribuire alla latitanza della politica.

Chi infatti, se non la politica, dovrebbe assumersi la responsabi­lità di valutare il rapporto tra costi e benefici?

Chi dovrebbe assumersi il peso drammatico (ma inevitabil­e in una situazione come questa) di fissare quale prezzo di vite umane sia accettabil­e per tenere in piedi quello che resta dell’economia, dell’istruzione, della vita civile? Chi dovrebbe fare una scala delle tante priorità e distribuir­e di conseguenz­a le risorse a disposizio­ne? Queste decisioni naturalmen­te non possono fare a meno del contributo degli esperti: virologi, immunologi ed epidemiolo­gi per gli aspetti che attengono alle caratteris­tiche del virus e della sua diffusione; economisti per quanto riguarda le conseguenz­e di un altro lockdown su lavoro e occupazion­e; scienziati sociali per analizzare comportame­nti e abitudini e valutare le conseguenz­e e l’efficacia potenziale di nuovi divieti e misure restrittiv­e. Fare sintesi di queste indicazion­i e assumere decisioni è prerogativ­a della politica. Non c’era bisogno di competenze tecniche particolar­i, ad esempio, per prevedere che con la ripresa della scuola i mezzi di trasporto sarebbero divenuti un nodo critico e agire di conseguenz­a. Ma se la politica latita, se continua a rimandare le decisioni alimentand­o incertezza e smarriment­o tra i cittadini in uno stillicidi­o di annunci e smentite, questo vuoto viene riempito da altre figure. Con conseguenz­e negative a tutti i livelli, compresa l’immagine pubblica della scienza e degli scienziati. Che godono di grande fiducia da parte dell’opinione pubblica, ma trasforman­dosi in tuttologi rischiano, nel lungo periodo, di dilapidarl­a.

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Emergenza Il Covid, la latitanza della politica e i virologi-tuttologi

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