Diocesi, bilancio ancora in rosso: utili finanziari, boccata d’ossigeno
Il disavanzo si riduce grazie agli utili finanziari. Le spese del personale incidono per quasi il 30%
Il bilancio 2019 si chiude con una perdita di 433.569 euro per la Diocesi. Il disavanzo si riduce grazie agli utili finanziari. Ma le spese del personale incidono per il 30%.
TRENTO Una riduzione sensibile della perdita rispetto al 2018 (seppure condizionata dal buon andamento degli investimenti finanziari), una leggera riduzione dei costi e la volontà di incrementare l’utilizzo del patrimonio immobiliare al fine di incrementare le entrate. L’Arcidiocesi di Trento ha presentato ieri il Rapporto 2019 con bilancio economico e focus sulle attività dei molti degli enti afferenti. Un documento pubblicato per la terza volta e introdotto dall’arcivescovo Lauro Tisi nel 2017. «La trasparenza, anzitutto sui numeri — commenta il monsignor Tisi — credo sia la cartina tornasole dello stato di salute di ogni comunità che accetti di sottoporsi a quella straordinaria “macchina della verità” offerta dal Vangelo. La trasparenza — aggiunge — come primo passo verso quella condivisione piena, radicata non su teorie e vuote dottrine, ma sulla presa d’atto collettiva, tra fratelli e sorelle che condividono la stessa fede, del dato di realtà».
I numeri
Il bilancio del 2019 si chiude con una perdita di 433.569 euro, sensibilmente inferiore a quella superiore a 2,2 milioni di euro registrata nel 2018. Il risultato, però, deriva principalmente da oltre 1,7 milioni di euro di rivalutazioni e utili realizzati sugli investimenti finanziari, come spiega l’economo diocesano Claudio Puerari: «Sono effetti economici aleatori e straordinari non necessariamente ripetibili, come confermano i primi mesi del 2020 anche a causa dell’emergenza sanitaria Covid19». Sterilizzando questi elementi in entrambi i bilanci, infatti, la perdita nel 2019 ammonterebbe a 2,2 milioni di euro, in crescita del 33% rispetto ai 1,6 milioni del 2019. Un dato che l’Arcidiocesi stessa sottolinea per fare autocritica e per proseguire nella traiettoria di efficientamento organizzativo intrapresa nella primavera del 2018.
I costi
In tal senso viene sottolineato il leggero calo dei costi di funzionamento, diminuiti di circa 200mila euro (- 5,3%), di cui poco più di 81 mila relativi al personale (che occupano il 29,4% dei costi totali) e 119 mila per le altre voci. Nel loro complesso però i costi sono lievitati di oltre 2,4 milioni di euro (+ 23,8%), anche se al netto degli accantonamenti a rischi e oneri l’aumento si riduce a poco più di 300 mila euro (+ 2,9%). Questo incremento, però, conferma l’ampiezza e la rigidità della struttura dei costi fissi che impegnano la Diocesi.
Gli immobili
Sul versante patrimoniale, le immobilizzazioni, al netto degli ammortamenti, rappresentano l’86% del totale attivo di 110,7 milioni di euro e sono dovute per 37 milioni a terreni e fabbricati strumentali e per 26 milioni a terreni e fabbricati non strumentali. Tra questi ultimi, nella politica di razionalizzazione adottata dalla Diocesi, dovranno essere ampliati quelli da destinare alla produzione di reddito (vendite o affitti). Il patrimonio netto si attesta a 76,5 milioni di euro, in crescita del 3% rispetto al 2018. «Nella sostanza — aggiunge Puerari — si ribadisce la fragilità economico-finanziaria della Diocesi. Tale diagnosi stimola a proseguire con convinzione nell’efficientamento organizzativo e in una più oculata gestione. Un percorso non agevole, ma con risultati incoraggianti».
Fondi caritativi
Nel documento viene anche rendicontato l’utilizzo dei fondi da destinare a scopi caritativi. Nel 2019 sono stati raccolti più di 1,5 milioni di euro: quasi 550 mila sono provenienti da offerte, mentre 970 mila sono la quota dell’otto per mille solidale assegnata dalla Conferenza episcopale italiana. I soldi dell’otto per mille sono destinati per larga parte alla Caritas diocesana (350mila euro) e alla Fondazione comunità solidale (500mila euro), mentre il resto è destinato ad altre otto realtà. La Diocesi fa anche il punto sui sacramenti amministrati sul territorio durante il 2019. I battesimi, su oltre 4 mila nati in Trentino l’anno scorso, sono stati 2.158 del 2019, circa 170 in meno rispetto al 2018. Calano anche cresime (3.737 contro 3.558 nel 2018) e matrimoni (501 contro 531). In risalita invece le prime comunioni (3.833, quasi 300 in più del 2018) e il numero di funerali (4.609 contro 4.246).
Il vescovo La trasparenza è la cartina di tornasole dello stato di salute di ogni comunità e si fonda su dati reali
L’economo Si ribadisce la fragilità economi cofinanziaria della Diocesi. Puntare ancora sull’ effi ci enta mento
Il focus
Nel 2019 sono calati battesimi, matrimoni e cresime. Crescono le comunioni. Alle attività caritative destinati 1,5 milioni di euro