Fugatti: limitare gli spostamenti
Appello del governatore a ragazzi e lavoratori. Ieri oltre tremila tamponi con 207 positivi
Il balzo dei contagi (207 ieri) induce la Provincia a porre dei correttivi: è attesa per le prossime ore un’ordinanza che imporrà limitazioni alle attività extrascolastiche, ai trasporti, ma anche ai movimenti tra Comuni. «Consigliamo a chi si reca fuori dal suo Comune per lavoro o per studio di limitare lo spostamento all’attività lavorativa e scolastica». Per ora «una semplice raccomandazione di buonsenso». Che fa però presagire tempi duri.
I contagi da Coronavirus in Trentino ieri hanno abbattuto la soglia dei 200 positivi assestandosi a 207 casi in 24 ore. Un balzo che induce la Provincia, «pur tra le più virtuose di Italia» come ha precisato il presidente Maurizio Fugatti citando una circolare del Ministero della salute a porre dei correttivi: è attesa per le prossime ore un’ordinanza che imporrà limitazioni alle attività extrascolastiche, ai trasporti, ma anche ai movimenti tra Comuni. «Consigliamo a chi si reca fuori dal suo Comune per lavoro o per studio di limitare lo spostamento all’attività lavorativa e scolastica». Per ora «una semplice raccomandazione di buonsenso». Che fa però presagire tempi duri.
I numeri
Ieri sono stati eseguiti 3.017 tamponi, 207 sono risultati positivi, 68 sono le persone ricoverate di cui 3 si trovano in terapia intensiva. E la memoria corre a marzo. «Ci preoccupa, certo, la fase crescente — ha detto Fugatti — ma se a marzo e aprile avevamo un contagio superiore alla media oggi, tolte Molise, Valle d’Aosta e Basilicata, siamo tra le realtà messe meglio. Siamo tuttavia in una fase di grande attenzione, in cui dobbiamo concentrarci a garantire le attività economiche e scolastiche».
Gli spostamenti
Per questo sul tavolo c’è un’ordinanza che la Provincia potrebbe varare già domani salvo che nel frattempo da Roma non arrivino strette ulteriori. Nell’ordinanza si raccomanderà a chi si sposta per lavoro o scuola dal proprio Comune «di limitare lo spostamento al tragitto casa scuola, lavoro casa». Tradotto: niente più aperitivo o pizza o shopping in centro per i pendolari dai Comuni più piccoli? «Per ora — ha chiarito Fugatti — è solo una raccomandazione, fatta in modo costruttivo: ci appelliamo al senso di responsabilità delle persone, ben sapendo che in caso di una fase progressiva del contagio questo diventerà un obbligo». Il documento dovrebbe prevedere anche una stretta sul trasporto pubblico, con una riduzione della capienza dei bus al 65% e delle variazioni sul fronte delle scuole, vero sorvegliato speciale di questa fase dell’epidemia.
La scuola
«Per provare a dare continuità alla scuola stiamo lavorando a un intervento sulle attività e servizi ludici e ricreativi dei giovani». Le limitazioni, con protocolli ad hoc, colpiranno lì perché i dati rivelano come il contagio sia maggiore tra «i ragazzi con più di 14 anni, coloro che cioè frequentano le superiori». Coloro che hanno una vita sociale più ovviamente promiscua e intensa rispetto ai più piccini. Delle 111 classi in quarantena più della metà apperterebbero a questa fascia di età. Un dato che ha indotto la Provincia a un’altra correzione, attesa sempre in ordinanza: se per gli over 14 rimane l’obbligo di porre in quarantena l’intera classe con un solo alunno positivo, l’isolamento per gli under 14 scatta in caso di doppia positività, ossia con due studenti positivi per classe.
I santi e gli anziani
Allerta massima rimane sul fronte degli over 70: «Per questo — ha continuato Fugatti — abbiamo avuto oggi un incontro con la Curia per stilare un decalogo in vista delle celebrazioni dei Santi e dei defunti». «L’obiettivo — ha aggiunto Giancarlo Ruscitti, dirigente del dipartimento Salute — è evitare gli assembramenti tipici di queste occasioni».
Le prospettive
I tentativi di trovare soluzioni per parare i colpi di un futuro difficilmente prevedibile, del resto, Piazza Dante li mette in campo: dalla sperimentazione sui tamponi antigenici nelle farmacie «di cui confermiamo la linea» alla decisione, assunta con delibera ieri in giunta, di stipulare un accordo con la Solatrix
di Rovereto «per far proseguire nelle sale operatorie di cui dispone la struttura l’attività chirurgica e ortopedica dell’ospedale di Rovereto, dedicato al Covid onde evitarne la sospensione» come ha spiegato l’assessora alla salute Stefania Segnana. Ma la strada è in salita. «Certo i dati della Lombardia ci preoccupano — continua il governatore — ma eventuali limitazioni di spostamento da questa Regione come da altre andranno discusse alla Conferenza Stato Regioni e decise a livello nazionale».
Il turismo
La sensazione è che nessuno voglia recitare la parte delcattivo, di colui che cioè deve porre dei lucchetti più o meno stretti a una o più attività. Perché dietro ci sono persone, professioni, famiglie. Stipendi e mutui. Prova a buttare il cuore oltre l’ostacolo quindi l’assessore al turismo Roberto Failoni, che ieri in una videoconferenza ha fatto il punto coi colleghi di Lombardia, Veneto e della Provincia di Bolzano sul protocollo
per gli impianti a fune in vista della prossima stagione turistica. La Provincia di Trento, di intesa con Confindustria, ha stilato un protocollo che è stato condiviso dalle altre Regioni. «Oggi (ieri, ndr) — spiega Failoni — abbiamo deciso di rinviare l’approvazione definitiva per coinvolgere anche Piemonte, Valle d’Aosta e forse il Friuli». L’obiettivo è avere regole uniformi per tutti i turisti che decidano di sciare sulle Alpi italiane. «I dirigenti delle varie realtà — continua — stanno rivedendo alcuni aspetti per adattarli alle stazioni sciistiche di dimensioni minori. L’obiettivo è chiudere entro lunedì massimo martedì perché giovedì si riunisce la commissione della conferenza Stato Regioni dove vorremo presentare il protocollo». I punti cardine sono tuttavia «l’obbligo di mascherina, l’incremento della capienza delle funivie dagli attuali due terzi all’80 per cento ma con finestrini sempre aperti, e la sanificazione». In più si sta studiando anche una riduzione dei tempi di percorrenza aumentando la velocità degli impianti. Non ci sarà la misurazione delle temperatura corporea. Ma è possibile pensare allo sci con i numeri che lievitano? «Abbiamo l’obbligo di prepararci, se in aprile fossimo stati fermi in estate saremo stati impreparati. La stagione invernale del resto è lunga» conclude, con un pizzico di speranza, l’assessore.