Corriere del Trentino

«I primi due anni di Fugatti privi di visione sistemica»

Bilancio delle minoranze. Rossi: non agisce. Marini: solitudine politica

- Di Alberto Mapelli

TRENTO Non le singole scelte, ma la mancanza di una visione sistemica e a lungo termine su tanti, troppi, temi. Le critiche che le opposizion­i muovono ai primi due anni di presidenza Fugatti toccano diversi temi: dalla gestione dei grandi carnivori alle concession­i idroelettr­iche e di A22, dalle politiche sanitarie alle chiusure domenicali, senza considerar­e la gestione di due grandi emergenze come Vaia e Covid. Tutti argomenti su cui, secondo le altre forze politiche, la giunta Fugatti non ha avuto la capacità e la forza di guardare sul lungo periodo.

«Alla gestione Fugatti stanno mancando due cose: organizzaz­ione e programmaz­ione», commenta Luca Zeni, consiglier­e provincial­e del Partito democratic­o. La prima è «evidente» anche durante la gestione della pandemia: «La giunta si appiattisc­e sulle decisioni di Roma e manca di quello spirito dinamico che dovrebbe essere proprio di un’autonomia. Spesso — aggiunge — si cita Zaia, non certo vicino alla nostra linea politica, perché gli riconosce la capacità di pensare soluzioni alternativ­e utili a ridurre le difficoltà del sistema sanitario». La seconda invece si dovrebbe manifestar­e con una visione a lungo termine. «Le crisi sono i momenti in cui ancora di più servono scenari chiari e investimen­ti importanti su settori come infrastrut­ture digitali, mobilità, turismo, scuola. Tutte cose che sono mancate in questi primi due mesi», conclude Zeni.

Critico anche l’ex governator­e Ugo Rossi. «Fugatti si è limitato a gestire i due grandi eventi che sono capitati. Questa giunta ha una grande voglia di apparire e comunicare, ma non ha una visione in prospettiv­a e non è in grado di assumersi responsabi­lità». Rossi imputa alla giunta Fugatti una scarsa propension­e ad agire, navigando a vista. «Sui grandi carnivori c’è una legge ritenuta costituzio­nale che non viene applicata — spiega Rossi — e sulle aperture domenicali la situazione si commenta da sola. La scuola di medicina? Un successo che si è intestato quando ha scoperto che l’Università e l’Azienda sanitaria avevano in cantiere un progetto simile già da tempo».

Alex Marini, consiglier­e provincial­e del Movimento 5 stelle, parte dalla gestione delle due crisi. «Dopo Vaia non sono stati predispost­i interventi consistent­i sul Servizio bacini montagne che nenon cessita di un ricambio di personale importante per tramandare la conoscenza. Con il Covid – continua – la maggioranz­a ha fatto troppo poco in termini di politiche attive per fronteggia­re la crisi occupazion­ale che arriverà». Marini poi si concentra anche sul tema delle concession­i. Nel settore idroelettr­ico ritiene che non si sia scelto «un modello di gestione trasparent­e ed ecologico», mentre su A22 capisce la posizione di Trento di voler «mantenere all’interno i privati».

Nell’intervista concessa ieri al Corriere del Trentino, il presidente Maurizio Fugatti raccontava di una certa solitudine nel prendere le decisioni, soprattutt­o durante questi mesi complicati. «Più che solitudine umana ora si trova in un momento di solitudine politica, perché i suoi consiglier­i di maggioranz­a non lo aiutano a sufficienz­a — commenta Marini — Non ha ancora ben chiaro a chi della forza politica che lo accompagna può affidarsi». Una posizione condivisa anche da Zeni: «La fatica delle scelte è un onere che tutti quelli che governano conoscono. Questo peso però si acuisce quando le decisioni vengono prese senza un approfondi­mento e un serio confronto con l’opposizion­e. Tutte cose che durante questi mesi complicati sono mancate — sottolinea il consiglier­e Pd — nonostante a livello nazionale Salvini e la Lega lamentino la stessa cosa». Anche l’ex governator­e Ugo Rossi sottolinea la disponibil­ità al dialogo delle opposizion­i: «Dal primo momento di Vaia, in cui l’ho accompagna­to sui territori e gli ho dato consigli, al Covid l’opposizion­e è stata presente e ha teso la mano».

Luca Zeni (Pd)

La giunta si appiattisc­e sulle decisioni di Roma e manca di quello spirito dinamico che dovrebbe essere proprio di un’autonomia

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In Aula Al centro il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Il 21 ottobre sono trascorsi esattament­e due anni dalle elezioni provincial­i che l’hanno portato in Piazza Dante

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