«Sinergia continua tra specialisti per combattere il tumore al seno»
Piedimonte: «Dialogo continuo con le pazienti centrale»
TRENTO Ogni giorno una donna trentina riceve la notizia di avere un tumore al seno. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne.
Indipendentemente dallo stadio, quasi tutte le pazienti subiscono un intervento chirurgico per rimuovere i tessuti malati. Sia prima che dopo la terapia gli specialisti coinvolti (radiologi, oncologi, radioterapisti) lavorano in un team integrato, che garantisce un reciproco scambio di informazioni sullo stato di malattia della singola paziente. La Rete Clinica Breast Unit coinvolge tutti questi esperti, la cui collaborazione è fondamentale nella cura integrata del tumore al seno. In ottobre, mese della prevenzione al tumore al seno, l’Unità di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Santa Chiara di Trento ha deciso di approfondire il tema organizzando, in collaborazione con Lilt e Fondazione Pezcoller un congresso tenuto dalle professionalità coinvolte. Il tema centrale della conferenza è stato il lavoro multidisciplinare garantito dalla nuova organizzazione di reparto, che offre un’assistenza personalizzata alle pazienti e permette di prendere decisioni che tengano in considerazione tutti gli aspetti della malattia. Il dottor Andrea Piedimonte, intervenuto in qualità di specialista nella ricostruzione del seno, ha sottolineato come l’aspetto multidisciplinare non solo permetta di creare la migliore terapia possibile per ciascuna paziente ma è fondamentale per l’impatto psicologico dell’operazione e del Post-operatorio. «Riuscire a inquadrare in maniera organica ogni singola paziente insieme agli altri specialisti ci ha permesso di impostare la terapia chirurgica in base e tutti i dati medici di ogni paziente personalizzando così la tecnica operatoria in base alle singole esigenze». Dopo il consulto tra gli specialisti è previsto un incontro con la paziente alla
quale viene proposto un ventaglio di tecniche e terapie. Una migliore organizzazione ha anche diminuito nettamente il rischio di complicanze post operatorio che richiederebbero ulteriori interventi di chirurgia plastica migliorando in toto l’esperienza della paziente. L’aspetto psicologico legato alla ricostruzione mammaria poi, è stato notevolmente migliorato coinvolgendo la paziente e mostrandole in fotografia i risultati di ciascuna tecnica chirurgica. «Una paziente fa fatica a immaginarsi l’aspetto del proprio seno dopo l’intervento — continua Piedimonte — per questo le mostriamo delle foto per farle capire a che tipo di evento verrà sottoposta. Con questa nuova organizzazione riusciamo a informare in modo molto più dettagliato la paziente su quello che la aspetta e le pazienti sono più preparate all’intervento. Quando arriva alla visita preparatoria ci siamo io e il chirurgo senologo pronti a rispondere a ogni domanda e a spiegare gli aspetti ricostruttivi. Dopo questo confronto le nostre pazienti sono più coscienti di quello che le aspetta».