Medea e il suo doppio, in musica e nelle parole
Merano: due ensemble, «A Filetta» e «Conductus», e un’attrice
Medea, figura mitologica greca cantata anche da Euripide in una tragedia affollata di contraddizioni moderne, è la protagonista del concerto meranese di domani al teatro Puccini alle 20.30, nell’ambito di Sonora 703 con la direzione artistica di Marcello Fera.
Il quarto appuntamento della rassegna declina il tema del risentimento in musica e parola attraverso la figura di Medea. La serata, in collaborazione con Vereignite Bühne Bozen, vede protagonisti insieme l’ensemble vocale «A Filetta», l’«Ensemble Conductus» e l’attrice austriaca Marie-Therese Futterknecht che reciterà estratti dalle Medee di Christa Wolf, Euripide e Franz Grillpazer.
Il ritorno a Merano dei cantori corsi di «A Filetta» con cui Marcello Fera e l’Ensemble Conductus vantano una collaborazione decennale è incentrata su un programma preparato per l’occasione, in cui saranno presentati per la prima volta integralmente i brani di Jean-Claude Acquaviva per la Medea di Seneca nella versione con gli archi approntata da Fera. Oltre a questi e ad alcuni classici del repertorio dei due ensemble si ascolterà anche la prima esecuzione assoluta di un trio per archi scritto da Jean-Claude Acquaviva. I monologhi di Marie-Therese Futterknecht tracciano alcuni temi della vicenda di Medea secondo l’intonazione che i diversi autori hanno dato alla sua voce.
Ma quale visione musicale (e non solo) è stata elaborata dai cantori di A Filetta? «La nostra polifonia parte dalla tradizione, questa è sicuro — rispondono — ma è una tradizione in movimento, un lavoro contemporaneo; è diverso dal lavoro che facciamo con Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura che è un incontro di culture musicali. Però non si può più dire che la nostra polifonia è tradizionale, per le soluzioni ritmiche e armoniche che utilizziamo non è più la polifonia che abbiamo imparato noi da giovani».
E le origini corse? «Anche in Corsica non abbiamo mai cercato il compromesso, il concerto è lo stesso, sia che suoniamo vicino a casa, sia che ci esibiamo dall’altra parte del mondo», è la risposta dei musicisti. I quale tengono a richiamare anche i modi di ascolto nella loro isola. «In Corsica il pubblico predilige la musica che chiameremmo ‘folk’: negli anni Settanta c’è stato un movimento di riscoperta, che partiva da progetti come ‘Canta U Populu Corsu’, con un approccio che voleva rivitalizzare la tradizione passando anche per istanze politiche. Noi siamo sempre stati ribelli, almeno musicalmente — dicono ancora i componenti di A Filetta — e ci teniamo anche alle connessioni tra il nostro canto e quello di altre aree del mondo come la Georgia e la Sardegna. Con gli anni ci è parso evidente – concludono - che a livello armonico ci sono delle similitudini con i canti per esempio di Georgia e Grecia. E anche nei tipi di repertorio: c’è un tipo di repertorio marcatamente religioso e uno secolare»